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Ex Ilva di Taranto, l'arcivescovo Santoro: «Troppi funerali di operai e bambini»

 
Redazione online

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Ex Ilva di Taranto, i sindacati: «Il Governo intervenga sugli asset»

Domani la messa di ringraziamento per i 50 anni del suo sacerdozio

Giovedì 19 Maggio 2022, 14:46

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TARANTO - Tornato in Italia dopo l'esperienza in Brasile, «ho trovato qualcosa in positivo, ma molto più gli effetti negativi di un certo progresso, in cui tutto era affidato al binomio produzione-consumo, a scapito in primo luogo della dignità della persona, quindi della sicurezza, della salute. Abbiamo dovuto celebrare troppi funerali di dipendenti di Ilva e di altre imprese, e poi anche di bambini».

L’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro ha commentato così il suo rientro a Taranto in una intervista a Nuovo Dialogo, giornale dell’Arcidiocesi, in occasione del 50esimo anniversario di sacerdozio. Domani, alle 19, nella Concattedrale di Taranto, Santoro presiederà la messa di ringraziamento alla presenza di vescovi, sacerdoti e parenti.

Monsignor Santoro fu ordinato sacerdote a Bari il 20 maggio 1972. A Taranto dal 2012, è stato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Sebastiano di Rio de Janeiro e vescovo della diocesi di Petropolis, in Brasile. Santoro spera «che la pandemia possa essere superata, perché ancora non lo è. È - ha aggiunto - come un momento di passaggio in cui, con le dovute cautele si riprende la vita a tutto ritmo, si riprende una cura più intensa dell’ambiente, del lavoro, della gioventù, che qui è costretta a emigrare. C'è il problema della corretta utilizzazione delle risorse che, grazie al Pnrr sono finalmente destinate anche al Sud e al nostro territorio. Taranto - ha osservato l’arcivescovo - diventa punto di riferimento per grandi investimenti: la Zes, il Cis e io dico che tutto questo deve ripartire dalla Città vecchia. L’altro aspetto è che tutto questo cade in tempo di guerra: è la grande ferita che ci portiamo dentro».

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