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Ex Ilva, i sindacati chiedono al Governo chiarimenti sui 2500 lavoratori in cassa

 
Redazione online

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Fim, Fiom e Uilm scrivono ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro: «Va ripreso il confronto sul piano industriale»

Giovedì 07 Aprile 2022, 10:59

TARANTO - A seguito del mancato accordo fra le parti sulla cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione chiesta da Acciaierie d’Italia per 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto, i segretari nazionali e i responsabili Siderurgia di Fim, Fiom e Uilm hanno scritto al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al Ministero del Lavoro Andrea Orlando chiedendo «di conoscere l’esito della eventuale concessione dell’ammortizzatore sociale» e «di riprendere il confronto sul piano industriale dell’ex Ilva».

Le sigle metalmeccaniche fanno presente che «nel corso del confronto tenuto in sede ministeriale, l’azienda non è stata in grado di dimostrare con elementi di dettaglio, nonostante l’invito avanzato dagli stessi rappresentanti del dicastero, la tempistica, la quantificazione per area omogenea di produzione e per reparto e le modalità della sospensione del 30% dell’organico (3.000 unità su un organico complessivo di 10.700 addetti)». Fim, Fiom e Uilm hanno inoltre ribadito «la validità dell’accordo del 6 settembre 2018, sottoscritto in sede governativa, che prevede, sulla base del piano industriale ed ambientale discusso fra azienda e sindacati, un organico non inferiore a 10.700 addetti per una produzione a 6 milioni di tonnellate ed un incremento occupazionale, attraverso il bacino dei lavoratori in Ilva in As, fino al raggiungimento di 8 milioni di tonnellate». Per queste ragioni le organizzazioni sindacali ribadiscono di aver «riscontrato la mancanza dei presupposti per un’intesa per l'attivazione della Cigs»

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