TARANTO - Il vento, il mare e l'energia elettrica. Questa triangolazione adesso inizia a prendere forma. Appena 48 ore fa, infatti, è stata completata l'installazione della terza delle dieci turbine di Beleolico, il primo parco eolico marino in Italia e dell’intero Mediterraneo. E da oggi i tecnici specializzati di Renexia, la società del Gruppo Toto titolare del progetto, con il supporto della nave olandese Mpi Resolution, lavoreranno già a sistemare la quarta. Il tutto, a 300 metri dalla costa (ma non visibile ad occhio nudo).
Il parco avrà, dunque, dieci turbine per una capacità complessiva di 30 Megawatt e produrrà oltre 58mila megawattora, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone residenti a Taranto. In termini ambientali, fanno notare da Renexia, vuol dire che, nell'arco dei 25 anni di vita dell'impianto, ci sarà un risparmio di circa 730mila tonnellate di anidride carbonica. Le turbine sono di MingYang Smart Energy, che è il più grande produttore cinese del settore e saranno dislocate a partire dall’area vicina al Molo polisettoriale sino al tratto che corrisponde al Lungomare, all’altezza dello storico edificio dell’ufficio postale centrale.
ll parco ha iniziato a formarsi lo scorso settembre, con l'arrivo della cosiddetta nave - cantiere e il posizionamento delle componenti del primo aerogeneratore, denominato «G07». Dopo l’installazione parziale nei fondali delle fondazioni monopalo di acciaio (lunghe 50 metri, spesse 4,5 e pesanti 400 tonnellate) sono state impiantate le prime torri, suddivise in quattro segmenti e alte circa 110 metri. Inoltre, per la distribuzione dell'energia sul territorio, a 3 chilometri dal parco eolico in prossimità della strada statale «106», Renexia ha costruito una sottostazione. Che riverserà l'energia «verde» alla rete elettrica nazionale gestita da «Terna» e da qui verrà poi immessa su larga scala. La società, che per questo progetto ha investito 80 milioni di euro, è già al lavoro per creare una filiera industriale intorno al parco. Obiettivo? Valorizzare, promettono da Renexia, le risorse imprenditoriali e professionali presenti a Taranto e far nascere così una filiera italiana per la realizzazione e la gestione di parchi eolici offshore. In questo modo, l’area ionica potrebbe diventare un punto di riferimento del settore.
Ora, però, un passo indietro lungo ben 14 anni. La presentazione del progetto di costruzione di Beleolico, infatti, risale al 2008. All'epoca, la società fu costretta ad aspettare quattro anni per ottenere il via libera dal ministero dell’Ambiente e superare così il parere negativo della Regione Puglia e della Soprintendenza dei beni paesaggistici. I farraginosi processi burocratici si moltiplicarono anche a causa dell’avversione del Comune di Taranto che, nel 2014, fece ricorso al Tar di Lecce. Che, però, fu bocciato dalla magistratura amministrativa di primo grado e, nel 2015, anche dal Consiglio di Stato. Inoltre, alcune associazioni ambientaliste si dichiararono contrarie evidenziando la mancata considerazione dell’impatto sul territorio, specialmente per quel che riguardava delfini e uccelli. Negli anni successivi, diverse valutazioni ministeriali (Ambiente, Sviluppo economico e Beni culturali) hanno poi acceso definitivamente il «semaforo verde». E così, anche a causa della pandemia, si è arrivati al 2021. Solo da sette mesi, infatti, Beleolico lavora concretamente per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale energetico e di quello per la transizione ecologica che puntano su rinnovabili e riduzione delle emissioni di gas serra.