TARANTO - «Continuano a verificarsi casi di mancato pagamento alle aziende dell’indotto con riverberi devastanti sul piano della tenuta dell’intero sistema. Tutto questo è inammissibile e riveste ancor maggiore rilevanza in quanto, nonostante le rassicurazioni da parte dei massimi responsabili di azienda ed i molteplici tavoli istituzionali, non sono mai cessate condotte gestionali anomale unite alla scellerata abitudine di procrastinare ed in alcuni casi negare i pagamenti ad aziende e lavoratori, questi ultimi sono letteralmente stremati».
E’ quanto denunciano Fim, Fiom, Uilm e Usb in una lettera inviata all’Ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli, al prefetto di Taranto Demetrio Martino e a Confindustria Taranto.
I sindacati nutrono perplessità «sull'affidamento di lavorazioni ad aziende, società/consorzi che praticano costi al ribasso in quanto contribuiscono a decretare costi di esecuzione con tagli drastici rispetto al reale mercato. Si è inoltre innescato - aggiungono - e continua pericolosamente ad alimentarsi, il fenomeno del dumping contrattuale attraverso il quale si riducono salari e diritti dei lavoratori a beneficio di imprese a basso costo e vantaggio di ArcelorMittal. Fim, Fiom, Uilm e Usb sollecitano un tavolo di incontro, «annunciando, inoltre, l’avvio di iniziative di protesta e mobilitazione».