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Mittal, stabilizzazione oraria per 200 lavoratori dell'indotto. Tar: chiusura nastri in quota al 31 gennaio

 
Redazione online

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Conte: «Mittal chiede 5000 esuberi, inaccettabile». Governo disponibile a discutere immunità

Lo rende noto la Fisascat Cisl, precisando che per una prima fascia di 120 dipendenti il parametro orario diventerà, almeno fino al 30 giugno

Venerdì 22 Gennaio 2021, 15:10

TARANTO - La contrattazione di secondo livello tra Rappresentanti sindacali unitari e della sicurezza e la Pellegrini Spa, dal 2017 nel sistema appalto del siderurgico ex Ilva di Taranto e specializzata in pulizie civili, ha determinato la stabilizzazione oraria di 200 degli attuali 290 dipendenti, 9 dei quali a tempo determinato e 281 a tempo indeterminato. Lo rende noto la Fisascat Cisl, precisando che per una prima fascia di 120 dipendenti il parametro orario diventerà, almeno fino al 30 giugno, pari a 24 ore settimanali, mentre per una seconda fascia di 80 lavoratori sarà di 30 ore, in analogia con l’orario settimanale dei restanti 90. "Il nostro obiettivo - spiegano Mirko Carta e Vincenzo Fanelli della Rsu e Giuseppe Boccuni (Rls), tutti Fisascat - in un quadro di maggiore richiesta di attività Covid e di prestazioni da parte della committente Arcelor Mittal, è stato garantire un reddito maggiore, più stabile e più dignitoso ai nostri lavoratori e favorire una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, unita alla salvaguardia della salute e sicurezza». Sulle maggiori prestazioni, di pulizie e sanificazione, richieste da ArcelorMittal «in costanza di pandemia», le parti contraenti monitoreranno ogni 15 giorni la dinamica dei nuovi assetti societari dello stabilimento e a fine giugno prossimo faranno il punto sulla stabilità della commessa.

Resta fissato al 31 gennaio il termine della prescrizione ambientale per la chiusura di nastri e torri in quota dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, indicata nel decreto del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Il Tar del Lazio ha così deciso sul ricorso presentato dall’azienda, facendo rilevare che «detto termine è stato sostanzialmente confermato anche dalle valutazioni espresse nella conferenza di servizi decisoria, dovendo la società assicurare il rispetto del raggiungimento del 93% della chiusura dei nastri in quota - termine, questo, condiviso dalla stessa ricorrente -, residuando, quindi, una percentuale esigua di lavorazioni, puntualmente indicate nella conferenza di servizi». La domanda cautelare «merita accoglimento - è detto nel provvedimento del Tar - nei soli limiti della conferma della sospensione delle prescrizioni indicate a suo tempo nel decreto gravato», relativa alla copertura dei nastri (prescrizione n.6 del piano ambientale, per la quale il decreto fissava il termine del 30 aprile), «la cui illegittimità - si aggiunge - è stata già rilevata da questo Tribunale con l’ordinanza n. 6755 del 2020 e che sono state superate dalle stesse conferenze di servizi, con le quali è stato definito un nuovo quadro prescrittivo e temporale, relativamente al quale la ricorrente ha manifestato la propria condivisione». Resta «ferma - si fa rilevare - l’osservanza di tutte le misure interinali già imposte nelle more della definizione del giudizio nel merito e salvo l’esito dell’obbligatorio decreto conclusivo da parte del Ministro». L’udienza di merito è fissata per il 19 maggio. 

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