TARANTO - «Al momento non vi è traccia alcuna dell’emendamento sulla integrazione salariale per i dipendenti ex Ilva in AS. Questo significa che potrebbe essere inserito nel momento in cui il Milleproroghe verrà convertito in legge. Tradotto in termini pratici: i lavoratori, che ora possono contare solo sulla cassa integrazione, dovranno perdere certamente l’integrazione per un altro mese. Se le cose andranno come immaginiamo, annunciamo sin da subito l’intenzione di mettere in piedi una manifestazione di protesta con presidio permanente, il 25 gennaio sotto la sede del Ministero dello Sviluppo economico a partire dalle 9».
Lo annuncia il coordinatore provinciale dell’Usb di Taranto, Francesco Rizzo. «Si tratta - aggiunge - di una delle tante questioni che ruotano attorno allo stabilimento siderurgico di Taranto e sulla quale abbiamo richiamato tantissime volte l’attenzione del Governo. Di fronte all’immobilismo e alla indifferenza ora non possiamo che considerare azioni di protesta energiche».
Sono oltre 1600 i lavoratori rimasti in capo all’Ilva in As in cassa integrazione straordinaria dopo l’insediamento di ArcelorMittal alla guida del siderurgico.
FIM-FIOM-UIL CHIEDONO INCONTRO A CONTE - Le segreterie Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno chiesto un incontro al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo sul rifinanziamento dell’integrazione alla cassa integrazione per i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria.
«Ciò si rende necessario - spiegano in una nota - per scongiurare possibili ritardi, in quanto ad oggi, da verifiche effettuate con la società Ilva in Amministrazione straordinaria, non vi è traccia alcuna del provvedimento di integrazione salariale, risultando non rilevabile dai contenuti del decreto c.d. Milleproroghe». La richiesta di incontro, aggiungono, «si rende imprescindibile anche e soprattutto a fronte delle rassicurazioni ricevute durante la videoconferenza del 22 dicembre da parte dei Ministri in indirizzo.
E’ necessaria la massima chiarezza e il rispetto agli impegni assunti. Nostro malgrado, ove non si giungesse ad una rapida definizione delle ragioni di cui alla presente, saremo costretti a mobilitarci a sostegno di questo bacino di lavoratori». L'Usb per le stesse ragioni ha già annunciato un sit in a Roma per il 25 gennaio.