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Taranto, operaio licenziato da Mittal, Fiom: «Decisione illegittima e punitiva»

 
Redazione online

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Conte: «Mittal chiede 5000 esuberi, inaccettabile». Governo disponibile a discutere immunità

L'uomo,un capoturno del siderurgico, aveva criticato su Fb l'azienda per mancanza di Dpi

Sabato 25 Aprile 2020, 16:40

TARANTO - «Illegittimo e punitivo». Così Francesco Brigati, coordinatore delle Rsu Fiom dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, definisce il licenziamento di un capoturno del TNA/1 (Treno nastri), avvenuto nei giorni scorsi, a cui l’azienda ha contestato il venir meno del rapporto di fiducia dopo che il lavoratore ha pubblicato il 10 marzo scorso, durante una pausa di servizio in fabbrica, un post su Facebook in cui criticava la multinazionale con espressioni colorite per la carenza dei dispositivi di protezione individuali necessari per contrastare l’emergenza Covid.
Prima della notifica del licenziamento, spiega Brigati, la Fiom «ha curato la pratica con riferimento alla giustifica, in merito alla contestazione disciplinare e, alla successiva, impugnativa al provvedimento. Il tutto è avvenuto con il massimo della discrezione, così come richiesto dal lavoratore, per evitare che, nella fase in cui risultava sospeso, potessero esserci inutili e dannose strumentalizzazioni che avrebbero potuto danneggiarlo». Secondo il sindacalista il licenziamento può essere interpretato anche come «un messaggio indirizzato a tutti i dipendenti di ArcelorMittal. Il 10 marzo scorso, il giorno dopo il primo DPCM sulle misure restrittive per il contenimento da Covid 19, l'azienda era sprovvista di mascherine per tutti i lavoratori e non garantiva il distanziamento sociale, soprattutto negli spogliatoi, nelle mense e nei bus per il trasporto dei dipendenti».

La Fiom, conclude Brigati, non intende «arretrare di un millimetro» e difenderà «il lavoratore nelle aule di tribunale provando a sovvertire quanto fatto dall’azienda. ArcelorMittal non può pensare di reprimere il dissenso o la critica con il licenziamento. Saremo in prima linea a tutela dei diritti dei lavoratori contro una multinazionale che, ancora una volta, ha mostrato il suo vero volto: quello inumano».

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