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Taranto, rubò soldi ai clienti: 9 anni a un commercialista

 
Redazione di Taranto

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Taranto, rubò soldi ai clienti: 9 ani a un commercialista

Truffa aggravata e falso: il professionista fu arrestato nel 2015

Domenica 09 Giugno 2019, 10:36

Nove anni di carcere e l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici è la condanna decisa dal tribunale collegiale di Taranto (presidente Patrizia Todisco) nei confronti di Mauro Mongelli, 58 anni, ragioniere commercialista e consulente del lavoro finito in carcere a dicembre 2015 con le accuse di truffa aggravata, falso materiale in atto pubblico, falso in scrittura privata, dichiarazione infedele e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Secondo le indagini compiute della Guardia di Finanza, per diversi anni e in centinaia di occasioni, approfittando della fiducia accordata dai clienti e da funzionari di banca, Mongelli si sarebbe intascato le somme che gli venivano consegnate per pagare le tasse, garantendosi così un tenore di vita da nababbo, con auto e modo alla moda, barca a vela da 12 metri e casa per le vacanze in una delle più belle località della Sardegna.

I giudici hanno anche stabilito un risarcimento di 35mila euro a una delle vittime, un libero professionista costituito parte civile con l’avvocato Angelo Casa e una provvisionale di 200mila euro a una coppia di imprenditori del settore metalmeccanico, parti civili con l’avvocato Raffaele Sellitti, ai quali Mongelli avrebbe portato via più di un milione di euro. Per il risarcimento vero e proprio sarà necessario però un processo civile.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, per non farsi scoprire il consulente mostrava ai clienti modelli di dichiarazione falsificati per far credere che le somme erano state realmente versate e per tenere in piedi la truffa più tempo possibile, preparava al computer false domande di rateazione dei debiti tributari che presentava ad Equitalia, con la firma falsa dei clienti. Poi copriva il gigantesco bluff anche con le banche, alle quali mandava false missive, apparentemente provenienti da Equitalia, attestanti le cancellazioni di ipoteche, per evitare la chiusura dei fidi agli imprenditori truffati.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice per le indagini preliminari Martino Rosati definì l’imputato un «mentitore e falsificatore seriale» che mostrava «un’insolitamente tenace risoluzione a delinquere». Fra le accuse mosse all’imputato, anche una maxi evasione fiscale su importi per quasi due milioni e mezzo nel giro di pochi anni. Il tribunale ha ordinato la confisca dei beni, una barca, un’auto, tre scooter, depositi bancari e un appartamento, finiti sotto sequestro quando la magistratura nel 2015 ordinò un sequestro da 900mila euro. I giudici, infine, hanno inviato alla procura la deposizione di una dipendente di banca. La donna ora rischia di essere indagata per falsa testimonianza.

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