«La loro anima ambientalista o non c’è mai stata e siamo stati raggirati o è stata sacrificata sull’altra delle poltrone. È davvero una giornata triste». Francesco Boccia, deputato del Pd, allarga le braccia appena uscito dalla commissione congiunta Bilancio-Finanze che ieri era chiamata ad esaminare gli emendamenti dal decreto Crescita. Tra le proposte c’era quella riguadante l’uscita integrale dal carbone entro il 2040. Primo firmatario, appunto, Boccia, convinto che su quell’idea di ripulire l’ambiente riconvertendo l’industria nell’arco di vent’anni sarebbero convenuti anche i Cinque Stelle. Nulla da fare.
«Ii presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel Consiglio Europeo del 22 marzo non si schierò con i Paesi favorevoli al percorso di decarbonizzazione integrale entro il 2050 guidati dalla Francia, con Spagna e i Paesi del Nord, di fatto posizionandosi con i Paesi legati agli interessi sul carbone, come Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Germania. Non contento - attacca - a Torino annuncia che in Italia “elimineremo la produzione di energia a carbone entro il 2025”, dimostrando totale incompetenza sulla materia. E, come se non bastasse, i suoi deputati votano in commissione, insieme alla Lega, contro la proposta sulla decarbonizzazione entro il 2040». Il deputato Dem ricorda che sui principi stabiliti nella «Coop 21» di Parigi, ovvero un piano per l’ambiente in Europa che prevede la decarbonizzazione dell’industria, la Puglia ha condotto una dura battaglia «in beata solitudine. Il presidente Emiliano ha lottato anche contro il proprio partito, il Pd, per portarli avanti e trovare, finalmente, una sponda nel Pd di Zingaretti, che ha messo l’ambiente e lo sviluppo sostenibile tra i propri punti programmatici». Di più: se oggi l’Italia si ritrova in linea con gli obiettivi europei 2020 sulle fonti rinnovabili al 20% e poco più del 18% sui consumi finali - scandisce - è prprio grazie al lavoro fatto nel decennio scorso. «Ma sul 2030 siamo in grave ritardo e il governo non ha fatto nulla in termini di risorse e provvedimenti».
Strategie per tenere in piedi un traballante governo? «Certamente il M5S ha dimostrato col voto contrario di essere al guinzaglio della Lega, che è per un industrialismo spinto. Ma a questo punto il premier provi a rimediare: convochi il Tavolo dell’Allenza italiana per lo sviluppo sostenibile - propone Boccia - che ha ottenuto le firme delle organizzazioni datoriali e sindacali, dunque mondo dell’impresa e del lavoro, su un Patto per la decarbonizzazione. Se non vuole intestare al Pd questa battaglia, convochi loro e chiarisca, una volta per tutte,i se la sua posizione è a favore del carbone».