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Ex sede Banca d’Italia a Taranto: c’è chi vuole comprarla

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Ex sede Banca d’Italia a Taranto: c’è chi vuole comprarla

Alcuni interessamenti dopo che il bando era andato deserto

Sabato 20 Aprile 2019, 10:34

taranto - Ex sede della Banca d’Italia, si registrano «alcuni interessamenti» all’acquisto. È questo quello che risulta alla Gazzetta e che trova conferme a Roma. Ma da Palazzo Koch, in cui nella centrale via Nazionale si trova Bankitalia, di più non si riesce ad apprendere. Almeno per ora. Eppure è già qualcosa, si tratta già di un elemento nuovo. E interessante.
Queste manifestazioni d’interesse, in particolare, si sarebbero verificate in una fase immediatamente successiva alla conclusione del bando pubblico per la vendita dell’immobile. Che, in realtà, è andato deserto. Sia chiaro, nonostante ora si intraveda qualcosa all’orizzonte, l’edificio di piazza Ebalia resta in vendita, secondo le modalità già note e già indicate sul sito istituzionale della stessa Banca d’Italia.

La Banca d’Italia, dunque, prosegue nell'attività di vendita degli immobili che sono diventati disponibili dopo il riassetto della sua rete periferica. Si tratta, principalmente, di stabili già adibiti ad uso istituzionale, ubicati nei centri storici delle città in cui le filiali hanno cessato di operare già da qualche anno. In linea generale, l’elenco stilato da via Nazionale comprende degli immobili di alto pregio, in molti casi anche di interesse storico e artistico. Ma non solo. Sono anche bene inseriti nel relativo contesto urbano in cui rappresentano spesso un importante riferimento per le comunità locali.
Poco meno di un anno fa, era stata avviata una nuova iniziativa di vendita dell’edificio in cui per decenni è stata operativa la filiale di Taranto. Che è ubicata nella parte più occidentale del Borgo e gode di una posizione oggettivamente invidiabile, sorgendo tra il Lungomare Vittorio Emanuele II, che si affaccia sulla rada di Mar Grande, il Ponte Girevole e i Giardini del Peripato.
Si tratta di un edificio costituito da un unico blocco, sottoposto a vincolo di interesse storico artistico ai sensi del decreto legislativo del 22 gennaio 2004. L’immobile messo in vendita da Bankitalia, in particolare, è composto da un piano interrato, uno seminterrato, tre piani sviluppati in altezza e un cortile. Ha una destinazione d’uso mista: istituto di credito, residenziale e locale per esercizi sportivi.
Al piano rialzato, quello in cui si svolgevano le attività della banca con l’utenza, si trova un grande open space, illuminato da un ampio lucernario, suddiviso con pareti in vetrate antisfondamento per dare forma al salone del pubblico e agli uffici operativi.

Il primo piano, invece, ospita gli ex ambienti di rappresentanza della filiale (ufficio e segreteria di direzione, sala del consiglio, biblioteca). Il piano interrato comprende le strutture degli archivi e dei locali di sicurezza (sono nel linguaggio immaginifico di Bankitalia, le cosiddette «sacrestie»), ubicati nel seminterrato. Secondo Bankitalia, l’edificio complessivamente presenta un buono stato di conservazione; anche se non più utilizzato tutti gli impianti sono stati periodicamente revisionati.
L’iter per la cessione è gestito internamente dalla Banca d’Italia. L’edificio sarà venduto, infatti, con una procedura di vendita al miglior offerente senza base d’asta, articolata in diverse fasi. La procedura era già iniziata con un avviso, pubblicato il 15 giugno dell’anno scorso, che conteneva l’invito a presentare manifestazioni di interesse senza cauzione ma con l’indicazione di un prezzo offerto. Sulla base delle offerte che avrebbero dovuto pervenire entro il 12 ottobre 2018, avrebbe poi potuto esserci una selezione degli interessati da ammettere alla presentazione di un’offerta formale, dopo aver definito una soglia minima a partire dalla quale l’immobile avrebbe potuto essere alienato. Ma, come già evidenziato, quel bando è andato deserto e quindi questi passaggi non sono stati compiuti.
Se (e quando) ci dovessero delle offerte formali, l’immobile verrebbe aggiudicato a chi presenterà l’offerta più alta superiore alla soglia minima, anche dopo un’eventuale fase di rialzo tra i migliori offerenti che avranno superato la soglia.

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