TARANTO - Caso inceneritore, il Comune di Taranto fa ricorso al Capo dello Stato contro la Regione Puglia. La notizia, per la cronaca, risale allo scorso autunno, ma è filtrata solo nelle ultime ore. Da quel che risulta alla Gazzetta, infatti, venerdì scorso, alcuni funzionari degli uffici regionali hanno effettuato un sopralluogo nel sito di proprietà dell’Amiu e il motivo di questa... visita è facilmente riconducibile proprio all’iniziativa assunta dal Municipio. Che, a sua volta, aveva scelto questa strada per opporsi al definanziamento di circa 4 milioni di euro concessi, quattro anni fa, dalla stessa Regione per contribuire all’ammodernamento dell’inceneritore. Quelle risorse finanziarie, peraltro, avrebbero rappresentato la condizione necessaria ma non sufficiente per far ripartire un impianto fermo ormai da quasi cinque anni.
La decisione della Regione sarebbe stata spinta sia dalle particolari condizioni in cui versa l’impianto e sia probabilmente non considerando Comune e Amiu in grado di avviare e condurre gli interventi di manutenzione straordinaria. Del resto, secondo un’analisi del 2014 elaborata da una società esterna su richiesta della stessa azienda d’igiene urbana municipale, all’epoca, servivano almeno 8,5 milioni di euro. Ma non solo, sempre in quella relazione, fu sottolineata la necessità di intervenire in ben 134 punti diversi dell’impianto stesso. Ora, a distanza di anni e con l’inceneritore ormai spento, la situazione non è di certo migliorata. Ovviamente.
In realtà, la questione inceneritore non si è limitata alla revoca dei finanziamenti precedentemente assegnati. E cos’è accaduto? Il Piano regionale dei rifiuti, varato un paio di mesi fa, ha chiaramente previsto la dismissione del sito di proprietà dell’Amiu. Il motivo? La spiegazione parte dal «no» della giunta Emiliano agli inceneritori, ma riguarda nello specifico le condizioni di un impianto ormai logorato dal tempo che scorre.
E nelle osservazioni al Piano regionale, il Comune di Taranto aveva ha sostanzialmente richiesto alla Regione di valutare la possibilità, pur dismettendo l’inceneritore, di finanziare la realizzazione di impianti per il compostaggio, la raccolta di plastica e cartoni e per l’aspirazione delle polveri stradali. In questo modo, l’Amiu avrebbe ottenuto delle economie non uguali a quelle potenzialmente espresse dalla messa in esercizio dell’inceneritore, ma neppure particolarmente distanti. E, in questo modo, il Municipio avrebbe anche potenziato la raccolta differenziata.
Sul punto, però, non c’è stata alcuna risposta da parte degli uffici regionali. Lo conferma, contattato dalla Gazzetta, l’assessore alle Società partecipate, Gianni Cataldino. Che afferma: «Siamo amministratori responsabili e pronti a trovare soluzioni alternative, ma discutiamone. Nei prossimi giorni, chiederemo - fa sapere l’esponente della giunta Melucci - un incontro alla Regione Puglia».