TARANTO - Il rendiconto del dissesto finanziario del Comune di Taranto è all’esame dei Revisori dei conti. Da quel che risulta alla Gazzetta, nei giorni scorsi, l’Organismo straordinario di liquidazione ha inviato ai... controllori contabili del Municipio la rendicontazione del «fallimento» che venne dichiarato dall’ex commissario straordinario, Tommaso Blonda, il 17 ottobre 2006. Si sta per scrivere, dunque, l’ultimo atto del crac municipale. Che è stato, ed è tuttora, gestito dai liquidatori firmatari complessivamente di 24mila transazioni con i creditori.
In particolare, con la trasmissione dei fascicoli dei debiti residui ancora da onorare, l’organismo presieduto da Mario Pazzaglia starebbe trasferendo all’Amministrazione comunale anche le relative risorse finanziarie. Nelle casse municipali, infatti, sarebbero in via di trasferimento 39 milioni di euro accantonati nell’ambito dell’offerta formulata (e poi respinta) a Banca Biis per la vicenda legata al maxi prestito Boc ed anche 23 - 24 milioni di euro riferiti al 50 per cento delle proposte transattive avanzate ma bocciate. E, inoltre, ci sarebbero altri 5-6 milioni di euro di altra provenienza. Che si riferiscono a delle somme liberatesi, dopo il pagamento di debiti da parte del Comune di Taranto in seguito ad alcune sentenze del Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Taranto. Tirando una riga, quindi, il Comune di Taranto dovrebbe incassare una cifra vicina ai 70 milioni di euro.
Appena i Revisori dei conti, valutata la congruità delle procedure, accenderanno il «semaforo verde», la task force allestita dal Comune avvierà una fase istruttoria delle partite creditorie ancora aperte. E, terminato questo lavoro, riconoscerà la somma versando il 100 per cento dell’importo vantato.
Scatta il conto alla rovescia, dunque. E l’Organismo straordinario di liquidazione presenterà il rendiconto al Comune di Taranto e al ministero dell’Interno. I Revisori dei conti del Municipio, invece, pur non potendo entrare nel merito controlleranno il rispetto da parte dell’Osl delle prescrizioni del Viminale contenute nel Piano di estinzione, approvato lo scorso 28 marzo. Naturalmente, il rendiconto avrà dei riflessi anche sulla formazione del bilancio comunale (quello di previsione 2019) e, quindi, per questo non può lasciare indifferenti i controllori contabili di Palazzo di Città.
La definizione del rendiconto avviene contestualmente alla consegna (sempre da parte dei liquidatori) delle 550 pratiche giacenti e delle relative risorse finanziarie accantonate.
Riepilogando, i soldi ci sono anche se le somme andranno poi inserite nel bilancio di previsione 2019. Ma come funziona il meccanismo? Il Comune di Taranto non pagherà subito i creditori che attendono di ricevere l’intero importo che reclamano da oltre un decennio. Prima, infatti, gli uffici comunali, dovranno riprendere la pratica e definire la fase istruttoria. E solo dopo, in caso di esito positivo, avverrà il pagamento del credito.
L’unico rischio di questa procedura, peraltro stabilita dalla legge, è che i creditori potrebbero rivolgersi alla magistratura per chiedere oltre al 100 per cento del dovuto, anche gli interessi maturati e le spese legali. Ma, del resto, il Comune di Taranto non ha alcun termine perentorio entro cui effettuare i pagamenti. Se ne riparlerà, dunque, ma a partire da gennaio. Non prima, sicuramente.
Ora, non resta che attendere la pubblicazione del rendiconto. Che scriverà la parla fine sul dissesto.