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Taranto: raccolta clementini, il bilancio è sconfortante

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Taranto: raccolta clementini, il bilancio è sconfortante

Allarme Coldiretti: «Troppe importazioni»

Venerdì 30 Novembre 2018, 11:38

Ad un mese dall’avvio della raccolta delle clementine in provincia di Taranto, a partire dalle varietà precoci, il bilancio è sconfortante, secondo Coldiretti Taranto.
«L’andamento climatico ormai assolutamente anomalo e imprevedibile, con temperature sempre troppo alte rispetto alle medie stagionali e repentini eventi estremi, ha portato alla maturazione degli agrumi all’interno, mentre la buccia è rimasta verde, ritardando di molto la raccolta delle varietà precoci che si sono sovrapposte alle varietà pronte nelle settimane successive. A causa dell’andamento di mercato al massimo ribasso, molti agricoltori hanno deciso di non raccogliere», lancia l’allarme il Presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo.


Le imprese agricole che si dedicano alla produzione di agrumi in provincia di Taranto – ricorda Coldiretti Puglia - sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 1,9 milioni di quintali, un patrimonio da valorizzare attraverso un piano straordinario agrumicolo ed un sostegno al reddito.
«In soli 2 mesi il Marocco ha esportato in Italia 170mila tonnellate di clementine – denuncia il presidente di Coldiretti Massafra, Floriano Convertino – per non parlare delle triangolazioni che avvengono attraverso la Spagna, per far diventare il prodotto comunitario. I prezzi delle clementine tarantine sono ridotti ai minimi termini, solo 35 centesimi per il prodotto già raccolto che scendono fino a 15 centesimi per l’acquisto in blocco in campo. Al danno si aggiunge la beffa. Stanno importando clementine con foglia, senza che siano accompagnate da regolare passaporto verde. Ciò espone il nostro territorio agli attacchi da parte di virus alieni, come la «tristeza» degli agrumi, che arrivano da noi a causa delle «barriere colabrodo» dell’UE che non controlla il materiale vegetale in entrata».


Gli agricoltori dell’area jonica possono esportare agrumi con foglia sui mercati comunitari, solo se accompagnati da passaporto delle piante, poiché il virus – spiega Coldiretti Taranto - si trasmette attraverso la parte vegetale e non attraverso i frutti. «Le regole non valgono evidentemente– ironizza Aldo De Sario, direttore di Coldiretti Taranto - per gli altri Paesi comunitari ed extracomunitari. Non dobbiamo trascurare i gravi danni a carico di agricoltori, cooperative e vivaisti che sono inermi di fronte agli attacchi della virosi, una volta che si trasmette perché vengono importate piante infette o prodotti con le foglie infette. Una volta colpite dalla malattia, le piante sono destinate a morire nell'arco di qualche anno. Uno degli aspetti più deleteri è che la virosi non si manifesta subito, ma ha un lungo periodo di incubazione. Quando insorgono i sintomi è troppo tardi e con buona probabilità l'agrumeto risulta ormai compromesso».
Sono inaccettabili – aggiunge Coldiretti Taranto - i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta, resi ancora più pesanti a causa delle ondate di maltempo. In provincia di Taranto si producono agrumi di eccellente qualità, come dimostrato anche dal riconoscimento comunitario Igp alle «Clementine del Golfo di Taranto».

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