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Taranto, fuga di gas all'Ilva:
scatta così l’evacuazione

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Taranto, fuga di gas all'Ilva e scatta l’evacuazione

Allontanato il personale tra Acciaieria 1 e area Altiforni, ma nessuna conseguenza

Venerdì 12 Ottobre 2018, 10:57

10:58

TARANTO - Fuga di gas ieri mattina durante la bonifica di una tubazione dell'impianto OG1 (Gasometro) nel tratto tra l'Acciaieria 1 e l'area Altiforni dello stabilimento Ilva di Taranto. Come da procedura, si è proceduto all'evacuazione di alcune decine di lavoratori diretti e dell'appalto, temporaneamente allontanati e raggruppati nel punto di raccolta di emergenza. Secondo prassi, viene immesso azoto dal lato gasometro che spinge il gas OG presente nella tubazione fino a farlo uscire da alcune «caminelle» appena fuori dall'Acciaieria 1. Fonti aziendali precisano che «il gas residuo, a causa delle condizioni climatiche, è stato rilevato nelle zone adiacenti tramite appositi rilevatori in dotazione al personale. A scopo precauzionale sono state immediatamente avviate le procedure di sicurezza».
Dopo la bonifica e i controlli da parte di vigili del fuoco e tecnici dello stabilimento, «i lavoratori sono tornati nelle rispettive aree». I sindacati hanno chiesto all'azienda informazioni sull'accaduto e sulle contromisure previste in situazioni del genere. Un evento simile si verificò esattamente due anni fa, nell'ottobre del 2016. A seguito di una fuga di gas nell’Acciaieria 1 fu disposta l’evacuazione del personale, ma qualcosa non funzionò per il meglio. Il personale si sarebbe allontanato da solo dal reparto e due operai rimasero bloccati nell’ascensore. Un tecnico capoturno del trs1 (trattamento siviere) accusò un malore finendo in infermeria. In relazione alla fermata programmata di Acciaieria, l'Ilva aveva provveduto a bonificare la tubazione nel tratto che intercorre tra il gasometro OG1 e l’Acciaieria 1. Probabilmente per questioni legate a condizioni di vento e pressione atmosferica, parte di questo gas tornò all’interno del capannone dell’acciaieria in concentrazioni superiori a quanto normalmente atteso. L’attività di bonifica della tubazione fu sospesa e il personale allontanato fino al completamento delle operazioni di bonifica. Il problema ieri si è riproposto e la questione-sicurezza torna in primo piano. Tra i primi a dare la notizia tramite il suo profilo Facebook è stato l'operaio Massimo Battista, consigliere comunale. I lavoratori «sono stati costretti ad evacuare - ha commentato - e scendere dagli impianti» per raggiungere «a piedi zone sicure all'interno dello stabilimento. Ma i lavoratori e cittadini del quartiere Tamburi sono al sicuro?».
E l’onorevole Vincenza Labriola (Forza Italia) si chiede: «qualcuno sa dirci quali sono le sostanze fuoriuscite? Quale impatto hanno avuto sui cittadini? La puzza di gas aleggia da giorni in città. Per quanto tempo ancora i ministri Di Maio e Costa scapperanno dal confronto parlamentare? Vogliamo conoscere il piano ambientale subito, non si può fuggire all’infinito dalle proprie responsabilità. I cittadini - conclude la deputata - hanno capito che il Movimento 5 Stelle li ha presi in giro, ora vogliamo la verità».

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