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Ilva, Costa apre alla decarbonizzazione

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Ilva, Costa apre alla decarbonizzazione

Emiliano: l’impegno del ministro per l’abbandono del combustibile fossile? Ottima notizia

Martedì 18 Settembre 2018, 12:20

TARANTO - Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa apre alla decarbonizzazione e il governatore Michele Emiliano parla di «strepitosa notizia». Per l’Ilva si aprono nuovi scenari? Presto per dirlo. Lo stesso Emiliano, prima delle dichiarazioni rilasciate dal ministro, aveva commentato con preoccupazione la denuncia del presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, secondo il quale ArcelorMittal potrebbe aumentare la produzione nello stabilimento di Taranto e le emissioni avrebbero un’impennata anche con l’utilizzo di nuove tecnologie. «Se fosse vero - ha affermato Emiliano, annunciando le verifiche di rito da parte degli uffici regionali - sarebbe una cosa molto grave» e rischierebbe di «compromettere il rapporto di fiducia, che è indispensabile, tra le istituzioni e l’acquirente dell’Ilva».

Ma poi l’intervista del ministro Costa al portale Tiscali ha cambiato gli umori prima che le prospettive. Sull'Ilva di Taranto, che passerà totalmente nelle mani di Mittal dal primo novembre dopo un periodo di gestione mista con l’amministrazione straordinaria, «c'era un accordo vincolante - ha osservato il titolare del Dicastero dell’Ambiente - che non potevamo annullare. Per noi l’accordo è l’inizio di un percorso che deve portare alla decarbonizzazione» dello stabilimento. Parole diventate una dolce melodia per il governatore Emiliano, che ha definito questa una «strepitosa notizia che premia una battaglia della mia amministrazione che per tre anni, in una durissima solitudine e con attacchi da parte di tutte le forze politiche, ha sempre cercato di spiegare agli industriali e ai sindacati, che ove si fosse deciso di mantenere aperta l’Ilva, l’unica soluzione tecnica coerente con la salute dei tarantini e la Costituzione della Repubblica Italiana era la totale decarbonizzazione dello stabilimento». L’Organizzazione mondiale della sanità, ha ricordato Emiliano, «ha sempre sostenuto questa proposta della Regione Puglia assieme ai migliori scienziati mondiali ed alla più famosa rivista medica del mondo Lancet». La decarbonizzazione, ha aggiunto, «minimizza i fattori di emissione e di pressione ambientale del processo di produzione dell’acciaio e rende finalmente compatibile con la fabbrica la vita delle persone. Non vedo l’ora di incontrare il Ministro Costa e il Ministro Di Maio per mettere a punto i provvedimenti attraverso i quali verrà attuata la decisione del governo sulla decarbonizzazione».

Ieri, intanto, le Rsu di Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno chiesto un incontro urgente ad Am InvestCo e commissari per approfondire quanto definito nel verbale di accordo del 6 settembre scorso in merito al piano occupazionale. Dal primo ottobre partiranno infatti le 10.700 lettere di proposta di assunzione previste dall'accordo.

Nell’intervista a Tiscali, il ministro dell’Ambiente ha sostenuto che «la prospettiva, anche dopo l’accordo con ArcelorMittal, è di mandare in pensione il carbone e potenziare le fonti energetiche alternative». Costa ha rivendicato inoltre «i miglioramenti ottenuti dal governo sull'accordo», come «l'Osservatorio cittadino che svolgerà la funzione di sentinella dell’ambiente». Ed ancora: l’anticipo dei lavori di copertura dei parchi minerali «che entro aprile del 2019 dovranno essere completati al 50% e si dovranno concludere entro la fine di quell'anno». Infine, «se aumenta - ha chiarito il ministro - la produzione da 6 a 8 milioni di tonnellate di acciaio, l’azienda dovrà comunque rispettare la soglia di salvaguardia ambientale precedentemente fissata. Nel caso vi fosse uno sforamento della soglia, l’azienda incorrerebbe in una penale giornaliera di 15.000 euro».
Di contro, Peacelink paventa un aumento degli inquinanti. «Attualmente - fa rilevare l’associazione - Ilva produce acciaio liquido per 4,8 tonnellate/anno (dati ufficiali 2017). Quindi, anche se ArcelorMittal taglierà - come dichiara - il 30% delle polveri delle emissioni convogliate, con l’aumento produttivo a 8 milioni di tonnellate/anno avremo un aumento di polveri del 16% in flusso di massa annuo rispetto al 2017. E ArcelorMittal non dichiara di quanto vuole tagliare le emissioni non convogliate (come quelle della cokeria) che sono le più pericolose».

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