TARANTO - L’area su cui verrà realizzato un tratto della Tangenziale Sud è sommersa dall’acqua. «Da almeno tre metri», così come denunciano con delle eloquenti foto pubblicate su Facebook gli ambientalisti tarantini, Fabio Millarte (Wwf) e Luciano Manna (Peacelink). Per la cronaca, quelle immagini si ripetono ogni volta che piove in maniera copiosa.
E così, i commenti al post pubblicati sul social network hanno sollevato dubbi sulla sicurezza della strada e persino sugli eventuali rischi che si potrebbero correre subito dopo la chiusura del cantiere.
Il tratto in cui si registrano i maggiori allagamenti è quello che insiste dalla strada limitrofa alla casa circondariale di Taranto sino al quartiere Salinella, all’altezza di una casa di cura privata.
Ma tutto questo per quale motivo accade? O meglio, perché continua sistematicamente ad accadere nell’opera appaltata dalla Provincia di Taranto? La Gazzetta ha contattato Angelo Cimini, esperto ingegnere e progettista, direttore dei lavori del progetto della Tangenziale Sud.
«Gli accumuli di acqua piovana che si registrano dopo ogni pioggia, sono - spiega Cimini - la conseguenza della mancata realizzazione del cosiddetto manufatto a spinta che deve ancora essere costruito sotto la “strada romana” (rinvenuta tre anni fa proprio durante i lavori, ndr) che scorre quasi parallela a via Consiglio. Questa infrastruttura - sottolinea il direttore dei lavori - non è stata ancora realizzata perché non è stato completato il cavalcavia sulla stessa via Consiglio, così com’è possibile constatare percorrendo la strada».
Cimini aggiunge: «Il motivo del deplorevole ritardo - ammette il direttore dei lavori della Tangenziale Sud - sta nella lungaggine burocratica e tecnica per le regolazioni delle cosiddette interferenze con la rete fognante e con i cavi elettrici. Si consideri che per realizzare il Ponte Punta Penna Pizzone senza prefabbricati - ricorda Cimini al nostro giornale - si sono impiegati sei anni, mentre per realizzare il lotto successivo sino al quartiere Salinella il cantiere è aperto da ben nove anni con l’utilizzo di prefabbricati. E questo non può non suscitare - osserva il progettista - delle critiche visto che le procedure sono oggettivamente piuttosto complesse. Si spera ugualmente - conclude l’ingegner Angelo Cimini - di terminare i lavori entro marzo del prossimo anno».