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Ilva, 62 sigle invitate a Roma
Il sindaco: una sceneggiata

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Di Maio: voce ai cittadini. Emiliano lo difende. I sindacati pronti a disertare. Previsto per oggi il vertice al ministero

Lunedì 30 Luglio 2018, 10:01

TARANTO - Che c’entrano i comitati che si occupano - legittimamente e anche con qualche apprezzabile risultato, sia chiaro - delle discariche in provincia di Taranto con il dossier Ilva e il futuro dei suoi 14mila dipendenti? E perché invitare loro, invece che piuttosto i ministeri dell’Ambiente e della Salute, titolati a dire la loro sulla bontà degli investimenti annunciati per la messa a norma di impianti ancora accusati di essere fonte di malattie e morte per operai e cittadini e sugli effetti per la salute dei tarantini della produzione di acciaio?

La convocazione per stamattina alle 10 di un vertice istituzionale al Mise sul dossier Ilva consente - suo malgrado - al vicepremier Luigi Di Maio di scontentare praticamente tutti, specie dopo la convocazione-bis fatta sabato sera, con l’allargamento della platea a ben 62 soggetti per sole due ore di incontro (due minuti a testa, praticamente, nella consueta ma già logora logica che uno vale uno). L’acquirente, Arcelor Mittal, che come scriviamo nell’articolo accanto non nasconde il suo scetticismo; le istituzioni, con il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, i sindaci di Statte e Montemesola, il presidente della Provincia di Taranto, Confindustria Taranto e le organizzazioni sindacali tarantine che decidono di disertare l’incontro romano, convocando una conferenza stampa per stamattina alla stessa ora ma a Palazzo di Città; e perfino le associazioni convocate sabato notte, che dopo aver giudicato tardivo l’invito, prendono atto di come «le azioni e le dichiarazioni dell'esecutivo, relativamente al futuro del siderurgico, vadano tutte nella direzione di garantirne la continuità produttiva attraverso l'ambientalizzazione dello stabilimento. Ricontrattare le condizioni di vendita con l’acquirente, progettare un nuovo piano assunzioni ed un nuovo piano ambientale, non ricorrere ad un decreto per eliminare l’immunità penale - si legge in una nota - rappresentano infatti segnali inequivocabili che la volontà del Governo sia quella di scongiurare la chiusura dell’Ilva e di legare il futuro del nostro territorio a quello della produzione dell’acciaio. Una posizione che - ribadiscono le associazioni - oltre a porre il Governo su posizioni distanti, rappresenta un evidente tradimento del mandato elettorale ricevuto dalla città di Taranto».

Il sindaco Rinaldo Melucci a proposito dell’incontro di oggi e dell’allargamento delle ultime ore parla di «dilettantismo spaccone che il ministro Di Maio ci spaccerà per trasparenza e democrazia, ma è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio». Di Maio, sottolinea Melucci, ha esteso l’invito «addirittura ad una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento, sigle dunque spesso inclini al dileggio delle Istituzioni, sigle che hanno parte della responsabilità di aver lacerato la comunità ionica in questi anni. Di Maio ha dunque scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo. Il Comune di Taranto - conclude il primo cittadino - non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L’azienda e i commissari sanno dove trovare il sindaco quando la legge della Repubblica Italiana prevederà il suo coinvolgimento».
Via social network è arrivata la replica del vicepremier. «Il tavolo sull'Ilva è stato convocato perché ArcelorMittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare - spiega Di Maio - tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti, incluse le associazioni e i comitati che in questi anni hanno svolto un ruolo essenziale. Ed è per questo che li ho invitati». L’incontro, aggiunge il ministro, «non è stato convocato per trasformarsi in un club privato. E chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze. È finita - prosegue Di Maio - l’epoca delle riunioni che escludono i cittadini da qualsiasi tipo di discussione. Il nostro metodo è un altro. Fa rima con partecipazione e trasparenza. Gli altri metodi, sbagliati, e i vecchi schemi mentali ci hanno portato dove siamo oggi e non ripeteremo gli errori di chi ci ha preceduto».

Dopo due giorni di silenzio, sulla vicenda è intervenuto, anche lui sui social, il governatore Michele Emiliano, facendo da sponda a Di Maio. «A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali ai quali col governo del @pdnetwork non era ammessa neanche la @RegionePuglia?» ha scritto Emiliano su Twitter, rispondendo a un internauta che chiede il suo parere sulle polemiche sorte intorno all’allargamento della partecipazione a più soggetti al tavolo.
Sostegno all’azione del sindaco Melucci e dei suoi colleghi invece dal Pd tarantino e dai sindacati. Il leader della Fim Cisl, Marco Bentivogli, crede anche lui, infatti, che sia «concreto il rischio-passerella» su «una riunione cui parteciperanno, per sole due ore, 62 soggetti tra istituzioni, associazioni e sindacati».

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