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Italcave accoglie rifiuti
provenienti dal Lazio

 
Italcave accoglie rifiuti provenienti dal Lazio

E si ripropongono le segnalazioni di cattivi odori nella zona

Lunedì 09 Luglio 2018, 12:14

12:23

Ogni giorno due camion pieni di rifiuti provenienti dal Lazio dopo essere stati trattati negli impianti di Amiu Puglia a Foggia, arrivano nella discarica Italcave per essere smaltiti. Malgrado promesse e annunci, insomma, il territorio tarantino continua ad essere utilizzato quale pattumiera d’Italia, supplendo, come avviene in questo caso, a deficienze impiantistiche altrui.

Attenzione: senza i rifiuti del Lazio, Italcave comunque smaltirebbe immondizia proveniente da altri parti d’Italia, anche alla luce del recente ampliamento concesso della Provincia con quasi 5 milioni di metri cubi di volumetria disponibile, ne fa una delle delle discariche più grandi d’Europa.

Nei giorni scorsi numerose sono state le segnalazioni giunte alle autorità competenti riguardo ai cattivi odori registrati nella zona di Italcave, impianto che si trova nel territorio del Comune di Taranto, a poche centinaia di metri da quello di competenza del Comune di Statte.

«Anche quest'anno come da 15 anni a questa parte molti cittadini di Statte - dice Angelo Fasanella del comitato articolo 32 diritto alla salute di Statte - vivranno buona parte dell'estate chiusi in casa e con le finestre rigorosamente sbarrate grazie alla politica scellerata di chi continua ad autorizzare l'arrivo dello schifo da ogni luogo d'Italia per portarlo nella mega discarica di Italcave. L’altro giorno la puzza nauseabonda e vomitevole ha fatto si che molti cittadini del quartiere Feliciolla potessero starsene chiusi in casa privandoli del diritto fondamentale della libertà. Tutto questo dopo che la farsa di installare un sistema di captazione con il placet degli amministratori comunali di Statte (sindaco in testa) e fatto gravissimo dell'Arpa ha fatto flop in quanto il sistema denominato «Nosy» non ha mai funzionato».

Il sistema «Nosy» presentato dalla società Italcave nella sede del Comune di Statte alla presenza del sindaco, del suo team tecnico, dell'Arpa, di Statte 2.0 e del Comitato Art. 32 «voleva dimostrare come la puzza sarebbe stata captata - sostiene Fasanella - per poi essere prelevata da parte dell'Arpa per le analisi del caso. Gli unici a crederci i nostri amministratori mentre come Comitato Art. 32 e Di Gregorio (Statte 2.0), abbiamo subito rigettato tale progetto in quanto offensivo nei confronti dei cittadini. Sarebbe bastato eliminare i fanghi provenienti da tutta italia ma la risposta è sempre stata una sola, il business dei rifiuti non va messo in discussione mentre i cittadini possono vivere chiusi in casa. Chiediamo a gran voce al sindaco di prendere una decisione seria nei confronti di chi autorizza lo scempio su un territorio fortemente compromesso e pensi a difendere la salute dei suoi cittadini».[Mimmo Mazza]

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