Due condanne, sette assoluzioni, 7 rinvii a giudizio e un non luogo a procedere. È il verdetto emesso ieri dal giudice Benedetto Ruberto nei confronti dei 17 imputati dell’inchiesta «Easy money» che ha coinvolto alcuni agenti della Polizia Provinciale, indagine coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone.
In nove avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato e al termine del processo il giudice ha condannato a 3 anni e 8 mesi Antonio Carrieri e a 6 mesi con la sospensione della pena Francesco Pietro Ponte. Assolti invece da tutte le accuse altri 7 imputati: si tratta di Pietro Marzolla (difeso dall’avvocato Claudio Petrone) e Fabio Gentile, difeso dall’avvocato Gianluca Mongelli, perché il fatto non sussiste, Giuseppe Ciriello e Leonardo Geminale per non aver commesso il fatto e infine Giovanni De Gennaro Giuseppe Putino (difeso dall’avvocato Claudio Petrone) e Giovanni Battista D’Amati per insussistenza del fatto. Per questi sette, evidentemente, i difensori sono stati in grado di provare pienamente la totale mancanza di responsabilità penali dei loro assistiti rispetto alle accuse della procura. Per altri sette che hanno scelto il rito ordinario, invece, il giudice Benedetto Ruberto ha disposto il rinvio a giudizio: sarà quindi un processo che inizierà il 1 ottobre prossimo a valutare le eventuali responsabilità penali di Antonio Marinelli difeso dall’avvocato Biagio Leuzzi, Michele Di Gioia, Francesco Schiavone, Antimo Fronda, Rocco Bevilacqua, Francesco D’Andria e Ciro Marinelli, quest’ultimo difeso dall’avvocato Diego Maggi.
L’inchiesta esplose il 25 agosto 2016 quando i carabinieri della compagnia di Manduria arrestarono Antonio Marinelli 44enne nato a Taranto e residente a San Giorgio Ionico, e Antonio Carrieri di 46 anni anch’egli nato a Taranto, ma residente a Carosino con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità e truffa aggravata per aver spinto una serie di soggetti colti in difetto durante alcune attività di servizio a offrire utilità come olio, carne, pesce e altro per evitare la sanzione amministrativa o in generale per neutralizzare i possibili effetti del controllo.
L’attività investigativa fu avviata nel mese di agosto 2013, quando i due, durante un controllo alla circolazione stradale, in cambio di una banconota da 50 euro nascosta all’interno della carta di circolazione, avrebbero omesso di multare il conducente di un autocarro sprovvisto della patente necessaria per guidare il mezzo. Le indagini hanno permesso successivamente di individuare altri episodi sostanzialmente simili e di allargare l’inchiesta ad altri aspetti come la truffa ai danni dello Stato poi caduta per alcuni imputati.