Scampoli di vita e di lealtà sportiva, aneddoti gustosi, svenimenti e inseguimenti, gesti scaramantici e miracoli calcistici di un personaggio pittoresco, innamorato del calcio e dei suoi valori. Scampoli in cui - non poteva non figurare - forse la più grande impresa sportiva del Foggia in Serie A: la vittoria di Oronzo Pugliese sull’Inter mondiale di Helenio Herrera: quel 31 gennaio 1965 i satanelli si imposero sulla squadra più forte del mondo. Ed ancora notizie, curiosità, testimonianze di chi c’era e chi invece era stato chiamato a fare il testimone della storia, come il giornalista a cui Cataleta ha opportunamente affidato la presentazione del libro: cioè Italo Cucci.
Il quale racconta così il suo incontro con Pugliese, nel suo primo anno a Bologna: «È una persona che non dimenticherò mai, insieme a quelle parole che disse presentandosi alla stampa bolognese: “La mia carriera è cominciata a Barcellona… Strizzò gli occhi, aprì un sorriso furbo ed esplose in una risata: Barcellona Pozzo di Gotto!».
Una gag che insieme esprime tutta la grinta e l’autenticità di un personaggio che sarebbe rimasto unico nel panorama dello sport nazionale, cioè del calcio. Cataleta ne ha recuperato, in un sol colpo, maestria inventiva e dignità, assicurandosi che a parlare di Oronzo Pugliese fossero finalmente i fatti e non le leggende proliferate intorno al personaggio. L’autore - che già aveva spedito in libreria il divertente «Che s’ dice du Fogge?» - avrebbe potuto rimestare nelle infinite variazioni sul tema che si schiudono quando si parla e si riparla del Foggia, invece ne ha sottratto una pagina nobilissima della sua storia all’oblìo e l’ha riconsegnata agli amanti dei colori rossoneri.
Molti gli episodi in cui si capisce che l’autore è stato diretto protagonista di quegli anni, come quando faceva il “raccatta palle” del Foggia - oggi i club di Serie A li sfornano da industrie di marketing che niente hanno a che fare con la spontaneità di allora - e ogni tanto anche nei suoi spogliatoi si palesava quest’uomo di nome Oronzo e di cognome Pugliese. Appariva come una visione, come un allenatore di Serie A appare. Cioè senza farsi presentare, senza lasciare che nessuno annunci il suo incedere. E poi la famigerata frase passata alla storia «undici sono loro, undici siamo noi» che avrebbe fatto la fortuna del film di Lino Banfi.
Il 19 novembre - ore 18 libreria Ubik di Foggia, in piazza Giordano 57 - la presentazione ufficiale del libro, forse alla presenza proprio dell’attore canosino Lino Banfi (Pugliese era invece di Turi). Poi seguiranno altre platee anche nazionali, perché non va dimenticato che Oronzo Pugliese è rimasto tra i personaggi più amati del calcio italiano dal secondo dopoguerra a oggi.
















