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In Puglia arriva il «ciclone» Ghemon con uno show nel segno dell’ironia

 
bianca chiriatti

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bianca chiriatti

In Puglia arriva il «ciclone» Ghemon con uno show nel segno dell’ironia

Due date: venerdì 5 aprile a Toritto (sold out) e sabato 6 a Lecce (Officine Cantelmo)

Mercoledì 03 Aprile 2024, 11:23

Arriva con due date in Puglia «Una Cosetta Così», lo spettacolo di Ghemon tra musica, stand-up comedy e storytelling. L'artista e performer, Gianluca Picariello, 42enne di Avellino, si esibisce in un racconto autoironico e diretto che affronta senza filtri la vita privata e quella pubblica, e sarà venerdì 5 aprile a Toritto (Ba), al Castello Ducale (data già sold out), e sabato 6 alle Officine Cantelmo di Lecce.

Lo show, che ha già raggiunto 50 repliche in un anno, mette d'accordo tutte le diverse «anime» dell'artista, che negli anni ha conquistato un posto nella discografia con una carriera unica, sempre in discussione ed evoluzione. Partito dal mondo hip hop, ha saputo rinnovare il suo personalissimo stile, mescolando soul, jazz, rap e cantautorato italiano. Sul palco, in questa veste, porta invece una narrazione personale, vivace, autoironica, tra vita privata e carriera, passioni quotidiane e piccole o grandi delusioni.

Non un concerto, non un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico: Ghemon aspira alla grandezza del teatro-canzone di gaberiana memoria unito alla freschezza e alla genuinitá del comedy club, senza filtri né schermi. Solo una richiesta al pubblico: niente spoiler, per un’ora e mezzo si potrá fare a meno del mondo esterno e del cellulare in sua rappresentanza.

Uno spettacolo che porta in giro da tempo, come si sente dopo tante repliche?

«Sono molto contento, è una cosa in cui credevo fortemente, altrimenti non l'avrei mai fatta, di solito per me è tutto bianco o nero. Poterla ancora portare sul palco dopo un anno, entrare nel vivo verso l'estate, è motivo di felicità, dopo tanto studio. Ho iniziato a scrivere quasi due anni fa, in estate, con l'aiuto di un re della stand up comedy come Carmine Del Grosso. Poi come si fa in questi casi ho provato a proporre i vari pezzi nelle serate dal vivo a Milano, per vedere se funzionavano. La risata è una cosa democratica, non importa che tu sia conosciuto o meno: le prime date c'è stata tanta curiosità, poi sono venute fuori altre cose, e non potrei essere più contento».

Da dove nasce questa esigenza di portare la sua carriera in quest'altra direzione?

«Mi è nata da dentro, mi sarebbe convenuto continuare a fare il cantante ma era un rischio che sentivo nel cuore: chi mi vede fare questa cosa in questo momento si accorge che mi diverto e mi piace fare il mio lavoro in quest'altro modo. Poi il feedback del pubblico è splendido: chi sta sotto il palco sente o pensa che ciò che sta ascoltando sia costruito sul momento, e io cerco di essere il più spontaneo possibile».

Chiedete alla platea di lasciare da parte il telefono e non filmare: si è mai lamentato nessuno?

«No perché viene chiesto in maniera complice e scherzosa: il cellulare non viene requisito, le persone si scordano le loro cose per un po', anche se sono sicuro che quando ero a Napoli e giocava la squadra, qualcuno ha sbirciato il risultato. In fondo la stand-up funziona al contrario rispetto alla musica: prima si costruisce dal vivo, poi al massimo si raccoglie il tutto, il pubblico deve essere sorpreso».

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