Tre donne, tre maestre, tre eroine. Le storie arrivano da Biccari e da Legnago, dove lavora un’insegnante manfredoniana. E i protagonisti sono loro, piccole creature che in età scolastica vorremmo al riparo dagli urti della vita e dagli accidenti della sorte. A Biccari una bambina di sei anni, colta improvvisamente da crisi epilettica, viene salvata da due angeli dallo stesso nome, Annarita Tetta e Annarita Sammarco, che per l’occasione dimostrano sangue freddo, coraggio e perizia come si conviene a un medico di cui vestono i panni senza indugiare un secondo. La bambina si salva, sembra proprio che nel suo nome, Success, s’incarni la felice riuscita di questa vicenda. La seconda storia viene da Legnago, scuola media; l’allievo è poco più grande di Success, ha 11 anni e un boccone assassino sta per togliergli la vita. A intervenire è un’insegnante manfredoniana, Maria Stella Artuso, ‘stella’ anche lei sul cammino del bambino. Pratica la manovra di Heimlich e la compressione addominale e non molla finché l’ultima briciola della merendina non viene espulsa. La immaginiamo in quegli interminabili minuti, come immaginiamo anche le due Annarita.
Queste vicende, che sembrano racchiuse nel libro Cuore di De Amicis, vero capolavoro che racconta con toni struggenti lo snodo dell’anno scolastico di maestri e allievi, la dice lunga sull’eroismo delle insegnanti che sanno sempre spingersi oltre e prendersi cura di queste piccole creature ben oltre il lavoro di cattedra. Le tre docenti hanno dichiarato di aver fatto un corso ad hoc; e anche questo è un ottimo segnale che evidenzia l’importanza della formazione del personale scolastico.
Casi di cronaca, tuttavia, ci raccontano delle numerose difficoltà degli istituti, spesso decadenti – con buona pace dell’intrinseco fascino; siamo stati tutti studenti e la nostra aula, per piccina che fosse, era il nostro piccolo, grande mondo – con problemi di riscaldamento e tanto altro ancora. Questi episodi, invece, ci parlano di coraggio e velocità di riflessi, di preparazione medica e soprattutto di amore. E ci piace pensare a queste virtù piuttosto che alle scandalose derive che disonorano tutti, e cioè quando un prof viene dileggiato, deriso e persino schiaffeggiato. La cronaca è purtroppo piena di questi casi-limite. “Pronuncia sempre con riverenza questo nome – Maestro – che dopo quello di padre è il più nobile”, scriveva De Amicis. Con buona pace del femminile, dedichiamo la citazione alle tre docenti eroine.