In un piccolo laboratorio dedicato al riuso creativo di tutte quelle cose che altrimenti non avrebbero mai una seconda o ennesima possibilità di esistere, da mesi prende forma un presepe differente. A costruirlo giorno per giorno è stata Stefania Ingrosso, che nelle mani ha una specie di prodigio, una capacità di trasformare il cartoncino, i colori, le scatole, la polvere di stelle, in un luogo che è il simbolo del Natale: una mangiatoia, un frammento di mondo sotto un firmamento attraversato da una stella speciale che ha il potere di indicare la strada a chi attraversa un tempo sospeso in cerca di un segno. Nel presepe allestito da Stefania però non c’è soltanto la sacra famiglia con gli amici animali, non ci sono soltanto angeli in volo su un microcosmo umano.
Alcune figure sagomate, infatti, raccontano anche altre storie, cronache di oggi, di sempre. Tanto per cominciare, la Madonna in questo presepe indossa le scarpette rosse e uno dei tre Re Magi avanza su una sedia a rotelle, un altro ancora è un invalido di guerra e più in là, al posto della solita pastorella che attinge l’acqua al pozzo, c’è una donna dal volto illividito dalle botte. Così, partendo da una idea di Tonino Mello, Stefania Ingrosso ha portato la complessità del reale dentro quel presepe che Francesco d’Assisi ha inventato per tutti. Com’è noto, infatti, l’idea di rievocare la nascita di Gesù maturò nel 1223, dopo il viaggio che il Somigliantissimo fece in Palestina.
Al santo, Greccio ricordava Betlemme, e così espresse il desiderio di celebrare in quei luoghi la notte di Natale. Questo episodio è riportato ne la Legenda di san Francesco: «Come il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe; e predicò sulla natività del Re povero». Il presepe ha questa forza evocativa, diventa varco. Quello di questo 2023, tra tutti quelli visti e allestiti nella tradizionale Fiera di Santa Lucia e nelle piazze dei paesi del Salento, così come nella centrale Piazza Duomo a Lecce, forse è il più nascosto e meno plateale fra tutti. È questo presepe che non lascia indietro nessuno e non dimentica di portare luce sulle ombre lunghe dei nostri giorni, per vederlo bisogna fare visita al teatrino del Centro per Persone con Disabilità a Monteroni di Lecce, è nato dalle mani di una donna e dall’intuizione di un uomo semplici.