Fu acerrimo nemico dell’usura quel sant’Antonio al secolo Fernando che in questi giorni è stato ricordato per la particolare attualità del suo messaggio a Orta Nova. Uno dei Cinque Reali Siti, da settimane senza la guida del sindaco, dimessosi, ora retta da un Commissario prefettizio, ha celebrato la festa patronale in modo del tutto inedito: non bancarelle e fuochi d’artificio, che pure colorano con allegria le nostre piazze del sud, ma con un momento di condivisione molto forte con la squadra Stato e sotto l’egida della Diocesi, attenta e coraggiosa come non mai nell’evidenziare ciò che a buona ragione necessita di essere addrizzato e sanato.
Il prefetto Maurizio Valiante e il questore Ferdinando Rossi sono lì a testimoniare il «ci siamo sempre» che nei mesi si è tradotto in iniziative, repressioni della micro e macro criminalità e interdittive, per curare quella piaga che – a detta del sempre efficace don Luigi Ciotti – non va trattata come sintomo ma investigata come malattia.
Il procuratore Ludovico Vaccaro – insieme a Daniela Marcone e al vescovo della Diocesi di Cerignola e Ascoli Satriano Fabio Ciollaro – ha messo in evidenza il calore e il colore di una platea partecipe e attenta che come comunità può riconoscersi nella figura del Santo che contrastò ogni forma di ricchezza accumulata con violenza.
Lui che aveva speso una vita nella lotta all’usura e che nei suoi Sermoni stigmatizzava le «città di sangue piene di falsità, lacerazioni e rapine” non poteva trovare uditorio più degno in questa sera d’inizio estate. E don Ciotti da par suo ha tuonato: «i peggiori sono i neutrali», motivo per cui occorre una coscienza collettiva per estirpare, sono anche le parole del procuratore Vaccaro, ogni forma di assoggettamento e intimidazione. Dalla residenza in Orta Nova, Federico II emise numerosi editti; di qui passò anche re Manfredi e leggi di Carlo D’Angiò diedero il via alla ristrutturazione del Castello e della Masseria Regia. Le tracce antiche di storia che costituiscono quel patrimonio immateriale così importante per la comunità e per la sua percezione della fiducia (fiducia nella sicurezza, nell’ordine pubblico, nell’economia sana) insieme a queste voci forti dello Stato siamo certi che porteranno frutto. Ancora nel nome di Sant’Antonio che invitava a essere tenaci contro ogni perturbazione e «attenti alle parole che devono uscire con grande cautela, presidiate come sono da due porte, denti e labbra».