Il più grande contributo che posso dare come donna alla parità di genere, alla lotta femminista, alle riflessioni attorno all’otto marzo, è educare un figlio maschio.
Questa stessa frase, con parole leggermente differenti, l’ho ascoltata questa settimana da tre donne diverse.
Me l’ha detta un’amica che ha cresciuto quattro figli maschi insegnando loro il rivoluzionario coraggio che occorre nel praticare la gentilezza, in un mondo che corre e non aspetta chi inciampa.
Me l’ha detta la proprietaria di un hotel nel quale stavo alloggiando, una signora con un figlio di undici anni che lei vorrebbe imparasse a fare tutto da solo. In questo modo, sostiene, saprà poi fare le cose insieme ad un’altra persona, a farle meglio in coppia, a non pretendere che una donna le faccia al posto suo.
Me l’ha detta anche Anna, un’antropologa che fa la risk manager in una grande azienda vicino Lione e ha un figlio adolescente che porta dentro di sé due culture e due lingue e che da grande vorrebbe fare l’architetto perché «ci sono troppi palazzi brutti» e nel futuro dovrebbero essere di meno.
Anna insegna da sempre a Mattia a costruire ponti e a demolire cliché. Solo così, mi dice, un giovane uomo può imparare a rispettare tutte e tutti, abbandonando i modi di dire e capendo davvero la realtà, buttando la paura di ciò che è diverso, abbracciando la bellezza delle differenze.
Quando Mattia aveva dodici anni, Anna e suo marito hanno viaggiato con lui in India e quell’esperienza ha segnato la loro famiglia come se nelle loro vite, esattamente in quel punto, si potesse tracciare una linea che separa il prima dal dopo.
Lì, in un villaggio di pescatori, una signora ogni mattina usciva fuori dalla sua capanna e disegnava per terra un fiore fatto di polvere colorata che avrebbe protetto la sua famiglia per l’intera giornata. Poi uscivano tutti e i bambini giocavano per strada felici, chiamando giocattoli oggetti qualunque. Non è trincerandosi che ci si protegge, arroccandosi nei privilegi, questo ripete Anna a suo figlio, ma incontrando la vita, costruendo case belle aperte al mondo, scoprendosi pari.