Sono a Bologna per un concerto e mi si sono rotte le scarpe. Ho trovato un calzolaio qui, in una bottega piccola piccola, un signore lucano che si è trasferito tanti anni fa, che ripara calzature nella prima stanza e costruisce chitarre e violini nel retro. Questa scoperta casuale, di un calzolaio/liutaio, ci ha fatto chiacchierare un po’. Non era più una faccenda solo di stivali ma anche di musica, di Joni Mitchell suo grande mito, di sua figlia, delle nostre regioni confinanti, del concerto che mi porta qui.
Mi sono chiesta, se non ci fossimo mai parlati io e questo signore, che cosa avrebbe pensato lui di me dalle sole scarpe, che idea si sarebbe fatto vedendo queste suole così rovinate, questo tacco e queste punte in condizioni perfette. Che cosa avrebbe pensato di me giudicandomi solo dal pellame, dalla taglia, dal colore, dalla forma, dall’altezza.
Il mare in questi giorni restituisce scarpe sulle spiagge calabre, molto spesso piccole, alcune chiuse con il velcro per chi ancora non ha imparato come funzionano i lacci. Scarpe che ci dicono qualcosa di chi le ha indossate, pochissimo. Ci dicono l’età, il sesso, il numero di passi, il potere economico ma niente, assolutamente niente sulla vita, sulla storia, sui pensieri, sui desideri che ci camminavano dentro.
Ieri ho visitato qui a Bologna il Museo per la Memoria di Ustica che ospita l’installazione permanente creata dall’artista francese Boltanski. I resti dell’aereo sono circondati da ottantuno specchi neri dietro i quali ci sono sussurri, pensieri registrati piccoli e quotidiani, da ottantuno luci pulsanti, che come le ottantuno vittime non si spengono mai e poi da nove grandi casse nere dentro le quali sono contenuti gli oggetti personali dei passeggeri che sono stati catalogati ma restano invisibili agli occhi. I vestiti, le bambole, le scarpe sono troppo sacri per essere esposti. Anche in questo caso è stato il mare a restituirli, anche in questo caso accrescono la rabbia per essere sopravvissuti alla vita, anche in questo caso hanno il compito di tenerci ancorati all’umanità e non dimenticare, mai.