Nasce come dubbio e come rischio; può restare inquieto e tormentato, ma è solo dal suo tumulto che sboccia l’alleanza più forte. Non ha mai a che fare con la rotondità, l’armonia, la perfezione; semmai con i contrari. La sua pretesa di eternità è spesso disattesa, ma dimentichiamo forse, di fronte a questo sentimento, che l’eterno non è di quaggiù, ed è vano cercarlo in chi, prima o poi, finirà per metterci di fronte a questo dato incontrovertibile.
Ha detto bene lo scrittore Alessandro D’Avenia in una magistrale lettura del biblico Cantico dei Cantici. «I due amanti di Platone cercano l’eterno senza riuscire a raggiungerlo o a farlo entrare nella sua sfera; quelli del Cantico accettano di avere una ferita che neanche l’altro può far guarire del tutto, ma se la medicano a vicenda, per tutto il tempo della vita, perché non diventi mortale, e cercano insieme la cura».
La cura, questa sconosciuta. Nel tempo in cui la fretta, i dèmoni e la liquidità prevalgono su di essa, proviamo per un giorno ad ascoltare l’altro con cura, senza il timore di un viaggio all’inferno solo andata. Perché una volta lì, in quel preciso e doloroso punto, si scoprono smerigliature e contraddizioni che rendono l’oggetto d’amore unico e bellissimo nella sua imperfezione. Si cerca, pertanto, la sua compagnia, perché stare con lui/lei è come incontrare se stessi. Non c’è spazio per la noia, ma solo per la ricerca di sé e allo stesso tempo, nell’altro, per il desiderio di quel ‘quid’ sfuggente eppure intrigante. Dovrebbero scoprirlo anche i ventenni, assodato che i 20 anni non sono più quelli di una volta, è il caso di dire. Nessuno sente più le farfalle nello stomaco in quell’età del tutto, subito, e buttato via. Figuriamoci dopo.
Ma mettere in pratica – con un lavoro possibile e per nulla aleatorio – il bruciare e il durare, come insegna Massimo Recalcati, resta la grande e avvincente sfida della relazione che coniuga al fuoco dell’istinto il mistero della durata. Un viaggio instancabile nell’animo dell’altro, pertanto, è l’unica cosa che possa garantire, come nel suggestivo vicolo del bacio di Vico del Gargano, un cammino di fuoco e di lungo corso. E del resto l’incontro d’amore, dice ancora Recalcati, ha sempre a che fare con il caso. Sta agli amanti renderlo destino, e magari vivere al contrario la massima dello scrittore Bukowski: «non c’è donna più bella di quella che passa sotto la tua finestra e un attimo dopo non c’è più».