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«Le delizie infrante» del nostro Caravaggio

 
Omar Di Monopoli

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Omar Di Monopoli

«Le delizie infrante» del nostro Caravaggio

Domenica 30 Ottobre 2022, 13:52

I principali critici d’arte nazionali e internazionali hanno parlato di lui mentre le gallerie d’arte di tutto il mondo se lo contendono. Sue opere si trovano a Roma, Milano, Londra, Parigi, New York, Madrid, Barcellona, Miami, a San Antonio (Texas), Qatar, Dublino, Boston, Malta, Messico, Canada e presso il Castello Picasso e Dora Maar di Menerbes in Provenza. In molti lo considerano un erede significativo della più fulgida tradizione barocca e la fascinazione anacronistica del suo lavoro richiama quella dei grandi nomi della pittura, da Caravaggio a Tiziano, da David a Géricault.

Lui è il pittore Roberto Ferri, tarantino classe 1978, e in questo momento è possibile ammirare le sue opere a Palazzo Pallavicini, a Bologna, fino al 12 marzo 2023. Diplomato al “Lisippo” nel 1996 per poi trasferirsi nella capitale, il giovane artista pugliese ha tentato fin dai suoi esordi di fermare l’inesorabile procedere del tempo attraverso l’atto pittorico. Capace di trasporre nelle tele puntuali richiami alla grande arte del passato e di modificarne la natura più profonda con sentire visionario e onirico, Ferri ha sposato un estremo realismo a un più etereo simbolismo, generando incanto per l’animo e per lo sguardo.

La sua è una ricerca che nel mondo dell’arte ha generato reazioni contrastanti poiché la sfrontatezza con cui si confronta coi classici suscita irrimediabilmente invidia, clamore, stupefazione. La verità è che ci troviamo davanti a un innegabile talento, non a caso scelto nel 2014 da Papa Francesco per la realizzazione del ritratto ufficiale.

Fine conoscitore dell’anatomia del corpo umano, Ferri illumina le proprie tele di una luce seduttiva che sa al contempo essere inquietante, come nelle opere più fantasy (o in quelle laccate di surrealtà). Ma la sua esatta padronanza degli stili gli permette anche lo sfondamento nel macabro.

Tra i dipinti esposti a Bologna compaiono splendide allegorie delle pulsioni umane e trasposizioni sacre delle tensioni dello spirito. La meraviglia si sprigiona da opere di grandi dimensioni come “Le delizie infrante”, elaborata messa in scena di un conflitto interiore, oppure “L’amore la morte e il sogno”, indagine personificata degli estremi che reggono le fila della vita. L’intenso rapporto dell’artista con la grafica è ben rappresentato dai disegni esposti, caratterizzati da uno squisito impianto formale intriso di delicato lirismo. Tra la penombra e il silenzio le figure sembrano riproporre un dialogo muto e cadenzato, il cui battito interno si rifà al più antico ritmo vitale dell’uomo: il cardine della ricerca di Roberto Ferri è la vita, in tutte le sue infinite e più misteriose sfumature. Sfruttando una eccezionale sensibilità tonale, Ferri libera la fantasia sulla tela e usa il pennello come una bacchetta magica per darle vita.

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