Giovedì sera a Trani si è svolta la presentazione del libro “Il vento tra i capelli” dell’autrice e attivista iraniana Masih Alinejad, pubblicato da Nessun Dogma. Lei però non c’era, attualmente esule negli USA, costretta a lasciare il suo paese dopo che la dittatura teocratica iraniana degli Allatoyah ha emesso una fatwa nei suoi confronti, ovvero una condanna per blasfemia in seguito alla sua lotta contro l’uso obbligatorio dell’hijab e a favore della libertà delle donne iraniane oppresse. Arrestata nel 1994 per aver prodotto volantini critici nei confronti del governo, nel 2015 il “Summit di Ginevra per i Diritti umani e la Democrazia” le ha conferito il Women’s Rights Award e quest’anno è anche stata candidata al Nobel per la Pace.
È un libro bellissimo, il suo, un’autobiografia avvincente, piena di dolore, di coraggio, di riscatto, sullo sfondo di un paese complesso e variopinto, l’Iran, che noi conosciamo poco e male. Le parole dell’autrice ne hanno colmato l’assenza obbligata, portando varie realtà del nostro territorio ad unirsi in un dibattito libero e partecipato: il Club del Libro di Barletta, l’UAAR (Associazione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) della provincia di Barletta, Andria, Trani, il Gruppo 063 Amnesty International Bisceglie insieme alla consigliera Federica Cuna e all’avvocatessa italo-iraniana e attivista politica Shady Alizadeh, oltre ai tanti cittadini intervenuti.
Il libro risulta quanto mai urgente, vista la risonanza delle proteste attualmente in corso in Iran contro il regime teocratico dittatoriale. Alla fine dell’incontro abbiamo intonato Bella Ciao, mescolando il testo originale con la sua traduzione in lingua «farsi», a dimostrazione che quando si parla di libertà non esistono confini politici, né linguistici, né geografici o temporali. È una lotta che riguarda tutte e tutti, a prescindere dal genere. Con un paio di forbici gialle ci siamo tagliati tutti una ciocca di capelli che, mescolati in una busta da lettere, stanno ora viaggiando verso l’Ambasciata Iraniana in Italia con un bigliettino che recita «Zan, Zendegi, Azadi»: Donna, Vita, Libertà.