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Scafista ucciso a Brindisi «Condannate l’ex questore  e tutti i "suoi" poliziotti»

 
Scafista ucciso a Brindisi «Condannate l’ex questore  e tutti i "suoi" poliziotti»

Sabato 03 Marzo 2012, 09:44

26 Novembre 2024, 20:34

di Piero Argentiero

Mano molto pesante della pubblica accusa, il sostituto procuratore generale di Taranto Antonella Montanaro, nei confronti dei poliziotti nel processo bis in Corte di assise di appello di Taranto per la morte del contrabbandiere Vito Ferrarese, morto nel corso di un’operazione la notte del 14 giugno del 1995. La richiesta maggiore è stata per Franco Forleo, ex questore di Brindisi, Firenze e Milano: quattordici anni e 14 mesi. 

Omicidio con dolo eventuale e non colpa cosciente, ha detto la pubblica accusa, e niente concessione di attenuanti generiche. Perché – ha spiegato la Montanaro – Forleo ebbe un atteggiamento spocchioso, culminato nel collocare, assieme ai suoi uomini, la mitraglietta sullo scafo, accanto al cadavere di Ferrarese, per sviare le indagini. 

Antonella Montanaro ha sostenuto che non è applicabile in questo caso la normativa dell’uso legittimo delle armi relativa al passaggio del valico di frontiera perché i poliziotti non seguirono il protocollo che prevede tre fasi: segnalazione con le luci, colpi di arma da fuoco in aria e quindi fuoco di sbarramento. Le bombe che furono lanciate in mare non possono essere considerate colpi di segnalazione perché quelle erano armi in dotazione dei Nocs. 

Dieci anni e due mesi di reclusione per Pietro Antonacci, vice questore, all’epoca dirigente della Squadra mobile. Quattordici anni e sei mesi per Pasquale Filomena, ispettore, all’epoca capo della Sezione catturandi della Squadra mobile di Brindisi, che in pratica è la condanna comminata al poliziotto in primo grado mentre in Appello era stato condannato a nove anni e otto mesi.

Stesso discorso per gli altri poliziotti. Il sostituto procuratore generale ha chiesto la condanna alla stessa pena che aveva ricevuto in primo grado: quattro anni e sei mesi per l’ispettore Giovanni Perrucci, in Appello era stato condannato a quattro anni; sette anni e sei mesi per Emanuele Carbone, ispettore di polizia; sei anni e quattro mesi per Francesco Vacca e Mario Greco, entrambi poliziotti.

Infine il sostituto procuratore generale ha chiesto la condanna a sei anni e otto mesi per il contrabbandiere Aldo Gigliola, escludendo il possesso della mitraglietta e l’uso delle armi, e la conferma delle pene ricevute nel precedente Appello per gli altri imputati minori: Teodoro Sciarpa (4 anni e 10 mesi), Fabio Fornaio, soprannominato, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia (otto anni), Flavio Maggio (sei anni), Oliver Cannalire (cinque anni e mezzo) e assoluzione per Cosimo Patronelli,

Forleo in primo grado era stato condannato a sette anni di reclusione, sia per la morte di Ferrarese sia per la detenzione di armi e bombe a mano. Nel precedente Appello la pena gli era stata ridotta a tre anni e mezzo. Antonacci era stato invece condannato a quattro anni e mezzo sia in primo sia in secondo grado. Invece ora per lui la richiesta è stata di poco più di dieci anni.

Questo Appello bis si sta svolgendo perché la Cassazione aveva accolto la tesi dell’accusa, vale a dire non si trattava di un omicidio colposo, ma di un atto volontario, aggravato dalla successiva messinscena del collocamento della mitraglietta sullo scafo accanto corpo del contrabbandiere che era stato intercettato in mare e fatto oggetto di colpo di arma da fuoco.

Subito dopo Montanaro ha parlato l’avvocato Giuseppe Lanzalone, che rappresenta i familiari di Ferrarese, costituiti parte civile, che ha chiesto il riconoscimento dell’omicidio volontario. L’assoluzione dei poliziotti, funzionari e agenti, è stata sollecitata dall’avvocato Tarantini, che rappresenta lo Stato, con rigetto delle richieste della parte civile. Quindi ha parlato l’avvocato Giampiero Iaia difensore di Aldo De Santis, condannato in primo e secondo grado a tre anni e mezzo, per il quale l’accusa ha chiesto la conferma.

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