C’è un nuovo «pentito» a Bari, un 34enne pronto a rivelare i segreti e le dinamiche dei clan. È Giuseppe Patruno, soprannominato «crocchetta o panzerotto», coinvolto nel blitz che il 20 ottobre vedrà alla sbarra 69 presunti affiliati ai clan Misceo e Annoscia, in lotta per il controllo delle piazze di spaccio a Noicattaro. La droga - hanno accertato le indagini della Gdf - veniva acquistata dai Palermiti di Japigia e Madonnella, portata nel quartier generale di Noicattaro e da lì smistata nelle città limitrofe: Adelfia, Capurso, Triggiano ma anche Gioia del Colle e Fasano. Con gli ordini impartiti direttamente dai capi in carcere, grazie all’uso di telefoni cellulari. Patruno, arrestato ad aprile scorso, ha deciso di collaborare con la giustizia e le sue prime rivelazioni saranno depositate proprio nell’udienza preliminare nei confronti dei suoi ex sodali.
L’inchiesta della Dda ha documentato, anche grazie alle 14 videocamere posizionate in città e a più di cento telefoni intercettati, le modalità di vendita di droga h24, con ordinazioni tramite telefoni (intestati a cittadini extracomunitari) e consegne con il vecchio sistema del calo dei cestini dai balconi, oltre al ricorso al tipico linguaggio allusivo. I 66 capi di imputazione contestati agli imputati (associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga, trasferimento fraudolento di valori, tre tentati omicidi, uso di cellulari in carcere) abbracciano un arco temporale che va dal 2016 al 2021. Tra i 69 imputati ci sono i due presunti capi clan: i boss Misceo e il «rivale» Giuseppe Annoscia, soprannominato «Schpidd», noto come «il sanguinario di Poggiallegro».