Un nuovo accordo di filiera tra agricoltori, pastai e grande distribuzione per difendere il grano pugliese e i suoi derivati. Un’intesa capace di affrontare alcune questioni spinose che mettono a rischio la produzione, ovvero aumento dei costi, crollo dei prezzi e concorrenza estera. È quanto annunciato nel corso di Agrilevante a Bari, dove i protagonisti del mondo del grano hanno deciso di «costruire un modello di filiera più forte, trasparente e innovativo», fanno sapere attraverso Coldiretti Puglia pastai, agricoltori ed esponenti della distribuzione.
I nodi, secondo Coldiretti, sono chiari e vanno dalla necessità di «aumentare fino a 40 milioni di euro il sostegno del Ministero ai contratti di filiera pluriennali» a maggiori «investimenti in ricerca, innovazione e sostegno alla transizione tecnologica, anche attraverso il coinvolgimento diretto del Crea», il Consiglio per la ricerca in agricoltura. «L'agricoltura del futuro ha bisogno di strumenti avanzati per migliorare rese, qualità e sostenibilità ambientale, mantenendo viva la competitività», sostiene Coldiretti. Un primo paso per la tutela del grano pugliese è stato il protocollo, sottoscritto oggi, relativo alla sperimentazione delle colture cerealicole. A firmarlo, sono stati la Società italiana sementi e la fondazione Ettore Pomarici Santomasi di Gravina in Puglia «per promuovere la ricerca e l’innovazione sul campo, valorizzando le varietà più adatte ai territori pugliesi».