Le voci, se confermate, costringerebbero anche la Puglia a rivedere la partita della mini-riforma approvata nell’ultima seduta dedicata al bilancio. Anche qui, infatti, si è deciso di abolire i vitalizi d’oro (assegni tra l’altro maturati già dopo appena mezza legislatura) e di passare al contributivo. Passaggio che, però, avverrà a partire dal 2015 e i cui effetti - ecco le perplessità - non sarebbero tangibili prima del 2020.
Per il calcolo delle trattenute previdenziali - che a quel punto i consiglieri regionali decideranno se tenere per sé o devolvere in un fondo integrativo - l’assise pugliese ha deciso di congelare le indennità al 30 novembre 2011. Una decisione, questa, che ha insospettito più d’uno: le indennità vengono sì sottratte all’indicizzazione Istat, e dunque non saranno soggette ad aumenti futuri - ma vengono sottratte anche ad eventuali tagli di quelle dei parlamentari, cui sino a ieri risultavano agganciate. Niente di più falso, hanno obiettato in coro i capigruppo Pd e Pdl, la decisione di congelarle è di segno opposto: al 30 novembre 2011, infatti, le indennità risultano essere quelle più basse delle ultime legislature, dopo i tagli del 10% apportati nel 2006 e 2008 e l’adeguamento ai tagli della manovra Tremonti in vigore dal primo gennaio 2011.
Quanto alle pensioni, sarebbe stato impossibile calcolarle col nuovo metodo in assenza di un parametro di base. Di più. È vero che i risparmi sugli assegni pensionistici scattano solo dal 2015 - quando non ci sarà più il beneficio oggi in vigore che riserva da un minimo del 40 ad un massimo dell’80% dell’indennità - ma è altrettanto vero che ogni consigliere per la propria pensione versa ben il 22% dell’indennità e che, sopratutto, l’accesso alla pensione sarà possibile a partire da 60 anni anche per gli attuali componenti del consiglio.
Applicare il contributivo da subito? «Non è possibile cambiare le regole del gioco - dice Rocco Palese, capogruppo Pdl - a elezioni avvenute. E, soprattutto, il Consiglio non avrebbe la disponibilità di cassa a restituire a ciascun consigliere quanto versato sinora con il metodo in vigore, pena una sfilza di ricorsi». Alle decurtazioni sulle pensioni si è aggiunta quella sull’asse - gno di fine mandato: da 1 anno ogni 5 di legislatura si passa a 1 mese ogni anno, come il tfr di qualsiasi lavoratore. Il Parlamento vuole fare di più, tagliando anche le indennità che la Puglia ha congelato al parametro più basso? «Un secondo dopo che il Parlamento avrà modificato gli assetti retributivi, avrà cioé tagliato gli stipendi, dovremo immediatamente adeguarci», ha chiarito senza peli sulla lingua Nichi Vendola. [b. mart.]