MARTINA - Sequestrati immobili per un valore stimabile tra 7 e 10 milioni di euro nell’ambito di un procedimento di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di Ernesto Spezio, imprenditore di 53 anni con un passato scandito da 34 provvedimenti definitivi di condanna e 11 procedimenti penali tuttora pendenti.
In esecuzione del decreto sottoscritto dal presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Taranto, gli agenti del commissariato della Polizia di Stato di Taranto e di Martina hanno messo i sigilli su sette immobili, tra cui un hotel in costruzione (già sottoposto a sequestro per altri reati nel dicembre scorso), una discoteca, un autoparco, un’immobile sede di un liceo artistico locato alla Provincia di Taranto, e tre locali commerciali concessi in locazione a terzi, fittiziamente intestati a una società a responsabilità limitata (S.P.M.I.), oltre a tre motocicli e due autovetture di media cilindrata, dei quali Spezio aveva la disponibilità.
Il decreto di sequestro anticipato è stato emanato in quanto vi era il concreto pericolo che, nelle more del procedimento attivato dal questore di Taranto, i beni potessero essere dispersi. Spezio potrà dimostrare la lecita provenienza dei beni sin dalla camera di consiglio fissata per la convalida il prossimo 15 luglio.
«La proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale è stata avanzata dal questore di Taranto poiché a carico del pregiudicato martinese - ha spiegato il commissario Giuseppe Annicchiarico nel corso di una conferenza stampa a Taranto - erano emersi, nel corso di altre indagini, specifici elementi probatori cha avevano fatto ritenere fondata la sospetta provenienza del denaro con il quale Spezio, tra il 2002 e il 2005, aveva acquistato i beni immobili sottoposti a sequestro».
Gli investigatori sono arrivati a questo severo provvedimento, che può finire con una confisca di tutto il patrimonio di famiglia, dopo una serie di indagini accurate riguardanti il triennio in esame, quando furono acquistati alcuni immobili in seguito a situazioni poco chiare sulle quali evidentemente dovrà essere fatta luce a partire dalla camera di consiglio di metà luglio. Ad accelerare il provvedimento di sequestro cautelare, secondo le prove raccolte dagli investigatori, «il 54enne martinese aveva ceduto le quote della società (proprietaria di tutti i beni immobili sequestrati) ai suoi figli proprio per evitare di essere oggetto di una misura di prevenzione patrimoniale che, peraltro, aveva già subito circa quindici anni fa».
Non è nuovo infatti Spezio all’attenzione da parte delle Forze dell’Ordine, che vogliono capire come abbia fatto a realizzare una discoteca, un autoparco, la sede del liceo artistico e tre locali commerciali concessi in locazione, oltre ad aver avviato la costruzione di un albergo in violazione alle norme urbanistiche. Un patrimonio così ampio, che va ben oltre il sequestro di 15 anni fa, va spiegato, alla luce delle recenti norme del «Pacchetto Sicurezza» che non richiede più necessariamente un legame con l’attività criminosa ma è stato esteso a tutti i soggetti che si sono arricchiti facilmente. E che con il provvedimento di prevenzione personale e patrimoniale ora sono chiamati a chiarire dinanzi al giudice come hanno fatto.