Le indagini sono state avviate il 18 marzo quando la vittima, che non parla italiano, è stata aiutata da un cliente a fuggire. L’uomo l’ha accompagnata nel commissariato di Manfredonia dove, grazie all’aiuto di un interprete, la giovane ha raccontato agli agenti che da tre mesi era tenuta in stato di segregazione, privata dei documenti, sottoposta a continue violenze, costretta a prostituirsi e a consegnare i soldi che riceveva ai suoi aguzzini.
La ragazza, madre di tre figli e separata dal marito, aveva conosciuto Gogov in Bulgaria. Questi, saputo della sua difficile situazione finanziaria, si era offerto di trovarle un lavoro in Italia. Una volta giunta a Carpino però, ospite in casa dell’anziano, la ragazza è stata obbligata a prostituirsi. Al suo rifiuto iniziale, Gogov ha risposto con violenze e minacce di morte anche nei confronti dei figli della giovane rimasti in Bulgaria. L’uomo la costringeva a incontrare sino a dieci clienti al giorno, la teneva senza cibo sino a sera e tratteneva tutto l’incasso della giornata.
Dopo i primi tempi in cui era ospite in casa dell’anziano, la ragazza è stata portata in una zona di campagna, tenuta segregata in una roulotte e obbligata a prostituirsi per strada. Grazie alle indicazioni della ragazza, la polizia è riuscita ad identificare e bloccare l’uomo. Sul'accaduto indagano la direzione distrettuale antimafia di Bari e la procura di Foggia.