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Secondo indagato per il rogo mortale  di via Aldo Moro

 
Secondo indagato per il rogo mortale  di via Aldo Moro

Domenica 03 Ottobre 2010, 11:01

02 Febbraio 2016, 22:22

di ANGELO LORETO 

CASTELLANETA - C'è un secondo indagato per il rogo di via Aldo Moro, nel quale la notte del 28 agosto morirono il 71enne Giuseppe Di Turo e la sua figlioletta Francesca di 5 anni, mentre si salvarono l'altro figlio Daniele di 10 e la moglie dell'uomo, la 37enne Lucia Di Napoli, che si lanciò dal balcone del loro appartamento al primo piano e si procurò ustioni e fratture. A finire da ieri nel registro degli indagati è un 26enne di Castellaneta. Al suo difensore, l'avvocato Pierluca Benedetto, è stato notificato l'avviso di indagine da parte del magistrato inquirente, il sostituto procuratore Mariano Buccoliero che coordina le indagini di questa delicata e tragica vicenda per la quale è già sotto inchiesta anche un 15enne sul quale pesano le accuse di omicidio colposo, incendio doloso e danneggiamento. 

E' il secondo colpo di scena in due settimane, da quando cioè l'indagine ha preso una svolta con l'iscrizione nel registro degli indagati del minorenne. I due continuano a dichiararsi non colpevoli. In particolare il 26enne avrebbe di recente ripetuto agli inquirenti e ai Carabinieri quanto aveva già detto nel colloquio di circa 20 giorni fa, quando venne assistito dall'avvocato Giuseppe Clemente - con il quale da allora ad oggi non ha più avuto contatti - che, assieme all'avvocato Massimo Tarquinio, ha successivamente preso le difese di una delle figlie del primo matrimonio di Giuseppe Di Turo, da tutti conosciuto in paese come «mastro puntino». 

Al quindicenne e al 26enne gli inquirenti sono arrivati dopo lunghe e delicate indagini, anche ascoltando vicini di casa, abitanti del quartiere dell'Istituto autonomo case popolare in cui sorge la palazzina. La chiave di volta è stato il ritrovamento, da parte del Nucleo investigativo dei Vigili del fuoco di Roma, di tracce di liquido infiammabile all'interno dell'appartamento nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. I prelievi verranno nuovamente e attentamente analizzati nei prossimi giorni dai Ris dei Carabinieri di Roma per cercare ulteriori confer me. 

Ma le novità non finiscono qui. Perché è spuntato fuori un testimone che, nei giorni immediatamente precedenti l'incendio costato la vita a due persone, avrebbe visto i due indagati discutere animatamente con Di Turo nella centralissima piazza Umberto I. Potrebbe essere stato questo il fattore scatenante di u n’eventuale vendetta che i due avrebbero potuto mettere in atto nei confronti della vittima? Forse nelle loro intenzioni c’era un atto vandalico poi tramutatosi in qualcosa di più grave? Le risposte a queste domande potrebbero fare definitivamente luce sulle cause del rogo.
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