La soluzione di un commissario unico per le cinque Asl rimaste da sei giorni senza direttore generale pare destinata a finire in un cassetto. Ieri la giunta regionale, convocata alle 10 per approvare una delibera già predisposta dagli uffici, non si è nemmeno riunita. A far saltare il banco sembra essere stata una mail del «prescelto», Vito Montanaro: da Roma, dove è impegnato nel cda Aifa, il capo del dipartimento Salute ha vergato un lungo parere tecnico contrario alla soluzione immaginata mercoledì da Emiliano.
Un documento vergato in punta di diritto, mandato anche all’assessore alla Salute, Raffaele Piemontese, per fare emergere la contrarietà dell’interessato ma anche l’inopportunità tecnica di questa soluzione. La designazione a supercommissario caricherebbe infatti Montanaro di conflitti di interesse (il dipartimento Salute «controlla» le Asl) e di rischi personali (il manager si assumerebbe l’incarico di datore di lavoro per migliaia di dipendenti, con ottime chance di fare da parafulmine) per un periodo evidentemente più lungo dei 30 giorni immaginati, dal momento che bisognerà aspettare quantomeno l’insediamento del nuovo governatore e nel frattempo vanno gestite partite delicate. In più è emersa la freddezza del ministero della Salute rispetto all’ipotesi del commissario unico: giovedì sera, quando dagli uffici baresi della Regione è partita una mail con la richiesta di parere, da Roma hanno risposto che «la dirigente è in ferie». E, ufficiosamente, ieri fonti del ministero hanno espresso perplessita: oltre alle Asl di Taranto e Bat e ai «Riuniti» di Foggia, ci sono anche i due Irccs baresi su cui la Regione non può decidere da sola.
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