Giovedì 20 Novembre 2025 | 10:43

Ex Ilva, mattinata di protesta e assemblee infuocate dopo la rottura col governo VIDEO Fabbrica occupata e blocchi stradali

Ex Ilva, mattinata di protesta e assemblee infuocate dopo la rottura col governo VIDEO Fabbrica occupata e blocchi stradali

 
Redazione online

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Sciopero immediato, reparti occupati e cortei interni: centinaia di operai in mobilitazione contro il piano di Palazzo Chigi, accusato di preludere alla chiusura dello stabilimento. Il clima resta teso e carico di incertezza

Giovedì 20 Novembre 2025, 09:24

10:43

Assemblee infuocate questa mattina all’ex Ilva di Taranto, dove Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno riunito i lavoratori alla portineria imprese e nella sede del consiglio di fabbrica dopo la rottura tra governo e sindacati. Le sigle metalmeccaniche hanno deciso un pacchetto di iniziative che comprende lo sciopero immediato, occupazione di reparti e blocchi interni, chiedendo di ritirare il piano annunciato a Palazzo Chigi, ritenuto il preludio alla chiusura dello stabilimento. Dopo il confronto, centinaia di operai si sono mossi in corteo dalla portineria imprese verso la direzione, trovando l’ingresso sbarrato. La mobilitazione prosegue, mentre il clima nello stabilimento resta teso e carico di incertezza sul futuro produttivo e occupazionale del siderurgico.

FABBRICA OCCUPATA E BLOCCHI STRADALI

Dopo le assemblee di questa mattina è partita l’occupazione dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto da parte di lavoratori diretti e dell’appalto e sindacati, con presidi a oltranza e blocchi stradali. Al grido «vergogna, vergogna» gli operai mettono nel mirino governo e commissari, chiedendo la revoca del piano presentato nei giorni scorsi e garanzie certe su decarbonizzazione, futuro produttivo e occupazionale, oltre alla riconvocazione immediata del tavolo a Palazzo Chigi.

La mobilitazione è accompagnata da uno sciopero di 24 ore, ma le sigle non escludono che la protesta possa proseguire oltre la singola giornata, vista la tensione crescente nello stabilimento. La statale Appia è stata bloccata all’altezza del siderurgico, con disagi alla circolazione e lunghe code in entrambi i sensi di marcia. Il presidio rimane attivo mentre i lavoratori annunciano ulteriori iniziative se non arriveranno segnali dal governo. 

FIM: LAVORATORI MAI VERSO UN PIANO DI CHIUSURA

«Stiamo occupando le strade dello stabilimento di Taranto perché i lavoratori non accetteranno mai un piano di chiusura». Così il segretario nazionale della Fim Cisl Valerio D’Aló interviene mentre la mobilitazione iniziata dopo le assemblee allo stabilimento ex Ilva prosegue con sciopero, occupazioni e blocchi.
D’Aló ricorda che «l'unico piano che conosciamo è quello discusso con commissari, governo e lavoratori» e avverte che la protesta non si fermerà. «Non strumentalizzate la manifestazione, non è contro nessuno: è - spiega - a favore del lavoro e delle persone che vogliono continuare a operare in un ambiente salubre».
Sul fronte industriale il sindacalista afferma che «la decarbonizzazione deve essere fatta seriamente: il governo trovi le risorse, che non possono uscire mettendo in cassa le persone e ricavandole dai loro salari. Questo non lo accetteremo mai».
Il no riguarda anche lo stop agli impianti: «Non accetteremo la fermata di impianti fondamentali per il rilancio di Taranto, Genova, Novi, Salerno e di tutto il gruppo ex Ilva».
La mobilitazione ora lascia la fabbrica per attraversare la città. «Ci sposteremo all’esterno - conclude D’Aló - per gridare che non ci fermeremo. Serve che il governo riapra il dialogo e lo faremo con ogni mezzo possibile, perché nessuno deve avere la possibilità di far finire la storia dei lavoratori dell’Ilva».

FIOM: IN LOTTA CONTRO PIANO CHIUSURA INACCETTABILE

«Le cose emerse in questi giorni e dall’incontro che si è tenuto a Palazzo Chigi ci dicono con chiarezza che il governo ha scelto la strada della chiusura». Così il segretario generale della Fiom Cgil di Taranto, Francesco Brigati, dopo la proclamazione dello sciopero fino alle 7 di domani, l’occupazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto da parte dei lavoratori e i blocchi stradali sulla statale Appia e la statale 106.
«Oggi - ha aggiunto - mettiamo in campo iniziative di mobilitazione con occupazioni all’interno dello stabilimento e presidi all’esterno perché dobbiamo dimostrare al governo che per noi il piano che ci hanno presentato è inaccettabile. Ci dicono che non ci sarebbero 6mila lavoratori in cassa ma 4.550 e che 1.500 sarebbero in formazione, ma dai nostri calcoli parliamo di appena otto giorni a testa: è una presa in giro nei confronti dei lavoratori», afferma Brigati.
«Dal primo gennaio - prosegue - spegneranno per la prima volta dopo 60 anni le batterie delle cokerie e resteremo con un solo forno in marcia. Se non arriveranno acquirenti entro febbraio, lo stabilimento chiuderà perché dicono di non avere risorse. Questo è un piano di chiusura mascherato da transizione», aggiunge.
Il governo «sta scaricando sui lavoratori e sulla comunità - attacca il sindacalista - il costo delle sue scelte. Noi non siamo disponibili ad accettare questo scenario: devono ritirare quel piano, mettere immediatamente le risorse e garantire una discussione permanente con le organizzazioni sindacali. Prepariamoci, perché non sarà una sola giornata di mobilitazione. Questo è solo l’inizio e non ci fermeremo», conclude Brigati.
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