Giovedì 20 Novembre 2025 | 13:09

Catania, il corteo si trasformò in guerriglia: due arresti, coinvolto anche un 22enne brindisino VIDEO

Catania, il corteo si trasformò in guerriglia: due arresti, coinvolto anche un 22enne brindisino VIDEO

 
Redazione online

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In carcere il pugliese Gabriele Venturi, e il catanese Luigi Bertolani, 33 anni. Ordinanza anche per una terza persona, all'estero. La violenza lo scorso 17 maggio durante la manifestazione No Ddl Sicurezza

Giovedì 20 Novembre 2025, 11:31

Devastazione e saccheggio, danneggiamento, imbrattamento, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, lancio di bottiglie incendiarie, commessi nel corso di una pubblica manifestazione. Sono i reati contestati, a vario titolo, a due indagati arrestati da agenti della sezione Antiterrorismo della Digos della Questura di Catania. Si tratta di Luigi Bertolani, di 33 anni, residente a Catania, e Gabriele Venturi, di 22, residente a Brindisi, entrambi in carcere. L'ordinanza riguarda anche una terza persona che sarebbe attualmente all’estero. Inoltre sono state eseguite perquisizioni domiciliari in diverse province (Catania, Palermo, Bari, Messina, Siracusa) nei confronti di altri 13 soggetti indagati tutti nel medesimo procedimento. Bertolani è anche accusato di rapina e lesioni ai danni di un pubblico ufficiale, un agente della polizia locale che avrebbe aggredito e sottraendogli la paletta di servizio, con l’aggravante di avere commesso il fatto in più persone e in occasione di una pubblica manifestazione, quella promossa il 17 maggio scorso dalla 'rete No Ddl Sicurezza Catania'. 

Secondo le indagini della Digos della Questura di Catania, una quindicina di partecipanti, riconducibili all’area anarco-antagonista, che si erano collocati in coda al corteo, in esecuzione di un piano preordinato secondo la Procura. Prima di arrivare in piazza Lanza davanti al carcere di Catania si sarebbero travisati, indossando tute scure e cappucci, per evitare di farsi identificare. Davanti la casa circondariale, ricostruisce la Procura, avrebbero dato vita a «un fitto lancio di pietre, petardi, bombe carta, ordigni esplosivi preparati con liquido infiammabile, nonché all’accensione di petardi, tutti lanciati ad altezza d’uomo e rivolti all’indirizzo degli operatori di polizia presenti e posti a tutela del predetto istituto penitenziario». Alcuni tra i più violenti, prosegue la ricostruzione dell’accusa, «costruivano una vera e propria rudimentale base di lancio, ponendo alcuni pesanti oggetti in modo tale da potere dare stabilità e direzione ben precisa alla scatola di cartone contenete la batteria di petardi» e «un frammento incandescente colpiva la nuca di un funzionario di polizia». La successiva analisi a cura degli artificieri della Polizia, del contenuto di una delle bottiglie rimaste inesplose, ha «dimostrato che i prodotti utilizzati per creare le bottiglie incendiarie avevano una specifica pericolosità, caratterizzata dal rischio potenziale elevato, con rilevante effetto deflagrante». Lungo il percorso del corteo sono proseguiti i lanci di petardi e sassi contro le forze dell’ordine.
La devastazione, contesta la Procura, è proseguita con violenza, usando pietre e martelli, alcune grosse vetrate e lastroni di marmo di negozi e alberghi, provocando ingenti danni, mentre i passanti scappavano impauriti. Numerose le azioni scritte su muri come 'Uccidi gli sbirri' e 'Secondino assassino' e anche i tentativi di distruggere le telecamere dei sistemi di video sorveglianza.

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