BARI - Gli addetti al Nucleo di vigilanza ambientale della Regione devono immediatamente cessare l’utilizzo dei gradi militari, non essendo prevista per le Regioni la possibilità di creare un corpo di polizia. La Prefettura di Bari chiuderà a breve l’istruttoria per il diniego di rilascio della qualifica di agente di pubblica sicurezza a cinque dipendenti, che ha fatto emergere il problema della polizia «abusiva» costituita attraverso un regolamento: la legge consente solo a Comuni e Province di avere corpi di polizia locale. E gli agenti delle ex polizie provinciali, trasferiti alla Regione Puglia dopo la soppressione delle Province, non potevano mantenere la qualifica anche se - in passato - la stessa Prefettura di Bari aveva affermato il contrario.
È questo il contesto, scivoloso, in cui la Regione deve muoversi per risolvere il problema: la segreteria generale della giunta e l’avvocatura hanno per questo chiesto un incontro al prefetto Francesco Russo. Il tentativo è di trovare un punto di intesa, per fare in modo da un lato che l’attività di contrasto all’abbandono dei rifiuti non si fermi, dall’altro che cessi ogni eventuale violazione. Anche perché le spese affrontate finora dal Dipartimento ambiente (dalle auto a noleggio ai droni, dalle pistole al poligono) rischiano di costituire danno erariale.
Il caso, raccontato martedì dalla «Gazzetta», è nel frattempo entrato in una interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno che il deputato tarantino Dario Iaia (Fdi) ha presentato ieri. Iaia ha ribadito «l’anomalia in cui la stessa dirigente della sezione firma i documenti con il titolo di “generale” e i componenti sono organizzati in gradi tipici dei corpi militari. È vero che in Puglia siamo abituati ormai a tutto ma, per fortuna, ci viene incontro la legge». La risposta arriva dalla stessa dirigente, Rocca Anna Ettorre, attraverso il suo avvocato Antonio La Scala: «Gli agenti del Nucleo di vigilanza ambientale sono 43, non sono mai state elevate, da parte del suddetto Nucleo sanzioni per violazione del Codice della strada. Le divise a seguito di regolare approvazione da parte della Regione sono indossate dal 2019. Le qualifiche di pubblica sicurezza sono state conferite con decreti prefettizi ad oggi mai revocati. Infine, il Nucleo non si è costituito il 25 luglio del 2023 atteso che il personale proveniente dalle Province è transitato in Regione a partire dal 1° agosto 2016».
Il problema, come la «Gazzetta» ha già spiegato, è che dal 2023 l’abbandono dei rifiuti viene sanzionato attraverso una norma speciale del Codice della strada, tanto che la giunta regionale ha dovuto predisporre un disegno di legge per regolarizzare l’incasso delle multe (il procedimento si è nel frattempo bloccato): il Codice non prevede l’applicazione delle sanzioni da parte dei dipendenti delle Regioni. Ai quali, in base al codice di procedura penale, non spetta nemmeno la qualifica di agenti di polizia giudiziaria. È vero che le qualifiche di pubblica sicurezza (per i 20 trasferiti dalle Province) erano state confermate dal Prefetto, ma dalla nota di Russo di agosto si evince chiaramente che è stato un errore di interpretazione. E infatti l’unica soluzione possibile (così hanno fatto le altre Regioni) era di lasciare quel personale alle ex Province, eventualmente in distacco (con oneri a carico della Regione), in modo da consentire loro di continuare ad esercitare le funzioni di vigilanza ambientale nel rispettivo territorio: i dipendenti regionali non possono fare i poliziotti, e possono portare i gradi e la pistola (finta) solo alla festa di carnevale del Cral.