BARI - La chiamata alla mobilitazione del campo largo pugliese (anzi larghissimo perché c’é anche Azione qui) contro l’autonomia non passa solo dalle piazze dove si raccolgono le firme per i referendum ma anche dal Consiglio regionale. Domani si torna nell’aula di Via Giovanni Gentile per emendare e completare le delibere con cui la maggioranza del parlamentino pugliese presenterà come Consiglio due quesiti alla Corte di cassazione contro il neoregionalismo: nella riunione di martedì scorso la deliberazione non aveva contemplato i nomi dei consiglieri delegati e supplenti per la presentazione. Ora, la prassi vuole che queste quattro designazioni siano oggetto di un dialogo-accordo con la minoranza (che finora non c’è ancora stato). In altre regioni si è scelto di indicare il presidente dell’assemblea e il suo vice (che in questo caso non potrebbe essere Giannicola De Leonardisi, Fdi, favorevole alla riforma e al suo posto si pensa al consigliere segretario Sergio Clemente di Azione). Di sicuro il presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, esponente di punta del Pd di cui è vicepresidente dell’Assemblea nazionale, aspira ad essere sicuramente delegata alla consegna come portabandiera della volontà dei progressisti pugliesi davanti alla Suprema corte.
La Capone, infatti, nella precedente seduta - piuttosto travagliata - ha tenuto a chiudere la querelle Tfm proprio per dedicare i lavori al passaggio indispensabile per completare come Consiglio pugliese la richiesta di indire una consultazione popolare sulla riforma delle autonomie regionali promossa dal centrodestra: dopo aver mancato l’elezione in Parlamento nel 2022 e non aver partecipato alla corsa per Bruxelles nel giugno scorso, la politica dem leccese ha ripreso a...
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