BARI - «Non si ritiene che gli imputati omisero di prospettare alla amministrazione regionale, con “artifici” e “raggiri”, soluzioni maggiormente convenienti di quella poi effettivamente adottata, né può ritenersi che vi fosse una idoneità ingannatoria di quanto rappresentato». Così la gup del Tribunale di Bari, Ilaria Casu, motiva l’assoluzione del progettista e del direttore dei lavori imputati nella vicenda delle cosiddette «plafoniere d’oro» montate nella nuova sede del Consiglio regionale della Puglia.
Al termine del processo con il rito abbreviato, sono stati infatti assolti «perché il fatto non sussiste» Domingo Sylos Labini, 77 anni, ingegnere di Bitonto, e Luigi Mirizzi, 76 anni, architetto di Conversano, accusati di falso ideologico e truffa aggravata. L’indagine della Procura di Bari era partita da un esposto del Movimento 5 Stelle su presunti sprechi nella procedura di realizzazione dell’opera. Al centro dell’inchiesta e del successivo processo c’era la fornitura di 1.703 plafoniere a led da installare nella nuova sede di via Gentile.
I direttori dei lavori - ricostruisce la sentenza - avevano indicato nell’ordine di servizio in fase di stima «provvisoria» della spesa per l’adeguamento degli impianti luminosi, la fornitura di lampade al costo di 637 euro ciascuna. Successivamente, «operando una rivalutazione come espressamente previsto dallo stesso ordine di servizio, il preventivo venne modificato all’atto della redazione della perizia, allorquando venne indicata la messa in opera di lampade a led al costo ridotto di 209 euro» (alla fine il prezzo unitario fu di 341 euro)...