Domenica 07 Settembre 2025 | 08:00

Pnrr, alla Puglia vanno 12 miliardi ma a gestire i soldi sono i ministeri

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Pnrr, alla Puglia vanno 12 miliardi ma a gestire i soldi sono i ministeri

Solo il 40% Comuni e Regione hanno ricevuto una quota di minoranza dei soldi i dati della corte dei conti: aumenta il peso dei progetti «territorializzabili» forse per via dei nuovi dati

Mercoledì 24 Gennaio 2024, 10:08

BARI - Il Pnrr porterà alla Puglia 11,8 miliardi di euro spalmati su 15.256 progetti, cui aggiungere 2,1 miliardi provenienti dal Piano complementare. Il dato ufficiale emerge, per la prima volta, dalla relazione ricognitiva della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Un rapporto che si presta a una duplice lettura sull’utilizzo dei fondi del Recovery.

I magistrati contabili (presidente Cinzia Barisano, relatore Giovanni Natali) annotano infatti che la Puglia ha ottenuto ben 5,8 miliardi di risorse di competenza del ministero delle Infrastrutture, ovvero il 22% dei finanziamenti «territorializzabili» che riguardano principalmente strade e ferrovie. La quota pugliese sul totale (129 miliardi) dei finanziamenti di competenza dei ministeri è invece pari a circa il 9%. D’altro canto, però, emerge ancora una volta l’aleatorierà della regola in base a cui il Mezzogiorno dovrebbe ricevere il 40% di tutti i finanziamenti Pnrr (191 miliardi, che diventano 235 con il Piano complementare): i soldi destinati a grandi progetti infrastrutturali transregionali (ad esempio l’alta velocità ferroviaria) o quelli per il credito d’imposta rendono impossibile una quantificazione precisa dei soldi destinati ai singoli territori.

La cifra di quasi 12 miliardi è superiore, e di molto, rispetto alle valutazioni finora effettuate a livello centrale dalla stessa Corte dei corti sulla base dei dati Regis (il sistema nazionale di monitoraggio e rendicontazione), dati che attribuivano alla Puglia 5,8 miliardi di finanziamenti e un investimento procapite pari a 1.488 euro per abitante (più basso della media nazionale). Evidentemente il calcolo andrà ripetuto. Ciò che si conferma anche nella ricognizione effettuata dai magistrati pugliesi, che hanno censito i progetti «geolocalizzabili» in Puglia, è la assoluta preminenza, nella ripartizione dei fondi, di quelli destinati alla Misura 3, relativa alle infrastrutture, che assorbe oltre un euro su tre (37% del totale). Una buona notizia da leggere però insieme alla ripartizione per ente attuatore: oltre metà del totale dei soldi (5,8 miliardi) è come detto di competenza del ministero delle Infrastrutture, e la quasi totalità di questa cifra è destinata al gruppo Fs (sono compresi nei «privati» della tabella accanto al titolo). Significa, in altre parole, che lo Stato centrale mantiene il controllo stretto sui cordoni della borsa affidando l’attuazione a Fs e Anas.

La conseguenza è appunto che gli enti territoriali portano a casa (solo) il 40% del totale dei progetti ammessi a finanziamento sul Pnrr: ai Comuni e alle loro unioni vanno 2,7 miliardi (il 23%) del totale, e altri 1,6 miliardi (13,5%) vanno alla Regione. È molto ridotta anche la quota «locale» dei 2,1 miliardi del Fondo complementare, quasi tutti allocati alle funzioni centrali e - ancora una volta - con una preminenza del ministero delle Infrastrutture: agli enti locali vanno soltanto 192 milioni, pari a poco meno del 9%.

Bisogna ricordare che sui dieci maggiori interventi singoli finanziati in tutto o in parte dal Pnrr gli enti locali praticamente non toccano palla: la cifra maggiore va a Openfiber per la rete ad alta velocità (283 milioni), quindi il Nodo ferroviario a Nord di Bari (204 milioni, di competenza del gruppo Fs), la riqualificazione intermodale (165 milioni, come sopra) e l’attrezzaggio della rete salentina di Ferrovie Sud-Est (130 milioni, come sopra), i sistemi di trasporto rapido Brt di Bari e Taranto (rispettivamente 159 e 134 milioni). Ai Comuni vanno soldi dedicati prevalentemente a microinterventi, mentre la Regione dedica parte delle sue risorse anche ai contributi alle imprese.

I giudici contabili pugliesi nulla dicono sullo stato di attuazione degli interventi, sul quale è previsto a partire dal 2024 un monitoraggio semestrale. La Sezione di controllo effettuerà un monitoraggio fisso su Regione, Province, Città metropolitana di Bari e sui Comuni con oltre 30mila abitanti, valutando a campione ciò che avviene nei centri più piccoli per verificarne sia la capacità di gestire i progetti che «la corretta contabilizzazione delle risorse».

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