BARI - La breast unit dell’Istituto oncologico europeo di Milano fanno ogni anno 130 interventi su pazienti provenienti dalla Puglia. È come aver trasferito in Lombardia un reparto di un ospedale pugliese, pagato con i fondi che spettano ai pugliesi. È un esempio di cosa significhi il termine mobilità passiva: sono i 299 milioni che la Regione ha dovuto spendere per le cure fuori dai suoi confini, solo parzialmente bilanciati da 137 milioni incassati grazie a chi è venuto da fuori a curarsi in Puglia.
Non è una novità. Ma un’analisi che il capo del dipartimento Salute, Vito Montanaro, ha portato martedì scorso a Roma, alla presentazione dei dati organizzata dall’Agenas, ha fatto emergere l’evidenza di quanto sia ampio il problema. Il margine per intervenire sulla mobilità passiva è infatti molto ridotto, perché i vincoli normativi fanno sì che questo meccanismo favorisce le Regioni del Nord e i grandi gruppi privati...
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