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Accordi e disaccordi eccentrici nei comuni pugliesi al voto

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Accordi e disaccordi eccentrici nei comuni pugliesi al voto

Il panorama ibrido tra Brindisi, Altamura, Acquaviva, Bisceglie e Castellaneta

Venerdì 12 Maggio 2023, 12:58

Per decifrare gli schieramenti in campo nella Puglia municipale che va al voto domenica e lunedì in ben 51 comuni, bisogna scegliere la colonna sonora giusta. Consigliamo «Destra-Sinistra» di Giorgio Gaber («Tutti noi ce la prendiamo con la storia / Ma io dico che la colpa è nostra / È evidente che la gente è poco seria / Quando parla di sinistra o destra»), per interpretare cinque confronti dal valore simbolico-politico. Sullo sfondo svolgerà un ruolo da arbitro il civismo gelatinoso e mutevole, pronto a scegliere il proprio cavallo non per visioni politiche ma per una somma di interessi minuscoli o localistici.

L’unico capoluogo al voto, Brindisi, è la spia della debolezza del centrosinistra nella ricostruzione del «campo largo», ovvero di una coalizione che abbia una ampiezza dalla sinistra ai moderati. Nella città salentina i progressisti sono lacerati: il Pd appoggia un candidato sindaco dei 5S, Roberto Fusco, dopo aver scaricato il sindaco uscente, Riccardo Rossi, espressione della sinistra radicale, che si ripresenta con l’appoggio di Verdi e vendoliani.

Il Terzo Polo? Qui si smarca e va decisamente a destra. Nella coalizione conservatrice l’aspirante primo cittadino è Pino Machionna, ex sindaco socialista, sostenuto da Lega, Fdi e Fi (dopo una estenuante mediazione), con il supporto anche di Azione, guidata nella regione dal consigliere regionale fasanase Fabiano Amati. Anche nel centrodestra c’è una formazione ribelle che «balla da sola»: Salento Regione, movimento vicino al consigliere regionale già filoleghista Paolo Pagliaro, presenta Pasquale Luperti. Qui si misurerà la saldezza dell’asse giallo-rosso, benedetto da Michele Emiliano (ispiratore della «coalizione dei pugliesi», dall’ex premier Giuseppe Conte e dall’ex ministro Francesco Boccia, ora capogruppo dem al Senato. Il centrodestra cerca invece una riscossa (con lo sguardo già alle prossime regionali): per conquistare il secondo capoluogo (dopo Barletta), nei giorni scorsi si sono tenuti incontri con i ministri Sangiuliano, Lollobrigida e Crosetto, oltre a una miriade di sottosegretari. In palio c’è la modernizzazione di una città tra industria, eolico e energia, senza dimenticare la vocazione culturale e turistica. Il Brindisino, inoltre, è stato l’unico territorio in cui le destre alle ultime regionali hanno prevalso sugli emiliani.

Destra e sinistra iniziano a confondersi ad Altamura, dove la giunta uscente di sinistra è caduta in anticipo per dissidi interni. Il centrodestra ha perso per strada la Lega e appoggia - con Fdi e Fi - il candidato Giovanni Moramarco. Il Carroccio ha promosso con i civici emilianisti e un pezzo di fuoriusciti azzurri la candidatura del preside Antonio Petronella. In questa coalizione assortita c’è anche il Pd (senza simbolo). Nella città federiciana i dem avevano stretto un accordo (con manifesti già affissi) a sostegno del grillino Michele Loporcaro (in campo con due liste), ma i 5S hanno posto veti su candidati democratici facendo saltare l’accordo (per l’ira della sezione locale e del consigliere regionale Pd Francesco Paolicelli). Ai nastri di partenza c’è anche l’aspirante fascia tricolore Donato Laborante (socialisti) e Carlo Vulpio, civico appoggiato da Vittorio Sgarbi.

A Bisceglie il quadro è così camaleontico da disorientare anche un politologo accorsato: il centrodestra appoggia l’ex emilianista Francesco Spina (passato da destra a sinistra, con ritorno in questa tornata), il centrosinistra candidata Vittorio Fata (in passato forzista, poi dal 2017 nel Pd), l’estrema sinistra candida l’ex sindaco Franco Napoletano, celebre per aver invitato in città il leader palestinese Arafat. Corre per la conferma il sindaco uscente, Angelantonio Angarano, ex Pd, in una coalizione con l’ex eurodeputato di destra Sergio Silvestris.

Ad Acquaviva delle fonti, dove ha finito il doppio mandato il sindaco-giornalista Davide Carlucci, espressione della sinistra civica e antifascista, centrodestra e centrosinistra non hanno trovato la quadra. E così sulla scheda gli elettori avranno un poker di candidature: l’ex sindaco Franco Pistilli (in passato forzista e poi su posizioni fittiane) si presenza con una ampia coalizione civica; i conservatori (Fdi e Fi, senza la Lega ma con Noi moderati) appoggiano Marco Lenoci; il centrosinistra propone l’assessore alla cultura della città metropolitana Francesca Pietroforte (con Pd e civiche) mentre i cinquestelle schierano Rossella Giorgio con due liste.

Almeno a Castellaneta, città natale del mitologico attore e ballerino Rodolfo Valentino, le categorie politiche tornano a dividersi secondo schemi tradizionali e così - con soli due candidati - il nome del sindaco si conoscerà già lunedì sera. I competitor sono due brillanti dirigenti politici su cui sinistra e destra hanno fatto una scommessa. I progressisti hanno proposto Gianni Di Pippa, animatore del movimento anti-emilianista del Pandino, ora sostenuto anche dal governatore (nelle ultime comunali aveva vinto con l’anatra zoppa); il centrodestra ha puntato su Francesca Arrè, giovane avvocato cresciuta nella destra identitaria di Giorgia Meloni, forte di aver riunificato (e rinnovato) una coalizione in passato frammentata. E sono in questo comune, vera rarità in Puglia, si può strimpellare il verso di Gaber, “l'ideologia, l’ideologia/ Malgrado tutto credo ancora che ci sia”…

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