BARI - Non solo «all'ombra dei cipressi e dentro l'urne confortate di pianto» ma, chissà, forse anche ammirando un quadro o dentro un cofano di legno pregiato il sonno della morte può diventare «men duro?».
In realtà, il vate Foscolo che di «Sepolcri» se ne intendeva, non so che faccia avrebbe fatto dinanzi alle ultime novità in campo funerario e cimiteriale per «traghettare» il settore verso il rilancio dopo la «crisi» causata dalla pandemia quando l’intero comparto, anziché uscire «rinforzato», ha invece vissuto anni di flessione di mercato.
E così, per rilanciare i «prodotti» italiani e per offrire una vetrina alle maggiori aziende nazionali produttrici di urne, cofani, auto funebri, sculture per le tombe, accessori, servizi assicurativi e informatici, è tornata in Puglia (nella suggestiva location del «Grand Hotel La Chiusa di Chietri» di Alberobello) «Expo Funeraria», una rinomata tre giorni (ieri, oggi e domani) di arte funeraria.
«La nostra è l’unica fiera del settore del Sud Italia. Negli anni sono cresciuti in maniera costante il numero dei produttori, gli spazi espositivi e l’interesse di visitatori, di imprese e di professionisti del settore provenienti non solo dalla Puglia, ma anche da diverse altre zone del nostro Paese», spiega l’organizzatore Franco Lotito della «Sethi commerciale srl» che parla dell’industria funeraria italiana come una vera e propria eccellenza che dà lavoro a 25mila occupati diretti e ad altrettanti indiretti e alle prese con gli stessi problemi di manifatturiero e servizi, tra minor poter d’acquisto degli italiani, concorrenza low-cost di prodotti del Far East, normative locali disallineate che favoriscono attività irregolari.
«Con la “Expo funeraria” vogliamo rilanciare il settore e far conoscere la professionalità delle imprese italiane capaci, con i loro prodotti di qualità, di dare dignità alla morte e ai defunti».
Un settore che in Puglia conta circa 600 imprese di onoranze funebri (su circa 34mila decessi all’anno) e che sta conoscendo un vero e proprio boom delle cremazioni, la crescita della delle Case Funerarie e la maggiore diffusione della tanatoestetica (una disciplina che comprende varie pratiche rivolte alla pulizia e toelettatura della salma, oltre che alla sua vestizione secondo i desideri dei familiari). Tante le novità presentate durante la fiera di Alberobello che è stata varata ieri alla presenza del sindaco della «capitale dei trulli», Francesco De Carlo.
Chi vi scrive, proprio come un novello Dante, varcando la soglia dell’«Expo funeraria pugliese», si è ritrovato «per una selva oscura» di urne cinerarie e cofani, auto funebri, «sculture» di arte funeraria, accessori vari fino ai servizi informativi e assicurativi relativi sempre al settore onoranze funebri. Passeggiando tra gli stand degli espositori (una trentina quelli presenti in Puglia quest’anno), oltre ai cofani, per tutte la tasche, da quelli più economici ma ugualmente dignitosi a auqlli più costosi in noce americano (valore oltre 5mila euro), l’attenzione è stata attratta da una infinità di urne cinerarie, alcune pregiate a forma di cuore o in lgeno intarsiato (del valore di acune migliaia di euro) nelle quali conservare le ceneri del proprio defunto.
Tra le novità anche l’urna artistica: una tela (da scegliere a seconda dei gusti dei familiari o del caro estinto) che nasconde un sacchetto con le ceneri ca conservare. E poi, lumini personalizzati e di varia foggia, portafiori e porta foto per le tombe, e lussuosi auto funebri (in espèoszione «Mercedes» e «Jaguar» del valore di oltre 160mila euro) per assicurare un dignioso e sontuoso «utimo viaggio» al caro estinto.