Anche l’Unirima (Unione Nazionale Imprese Raccolta, Recupero, Riciclo e Commercio dei Maceri e altri Materiali) si schiera contro la creazione di una società unica che si occupi del servizio di trattamento e smaltimento di recupero e riciclo dei rifiuti urbani, progetto al quale stanno lavorando Ager e Aqp.
Francesco Sicilia, direttore generale di Unirima, spiega i motivi della bocciatura dell’operazione.
Direttore, perché siete contrari al progetto della Regione Puglia?
Esprimiamo netta contrarietà ad un processo che riteniamo non sia in linea con il dettato normativo. Malgrado ciò, la Regione vuole procedere a testa bassa istituendo l'ennesimo centro di spesa slegato dai fabbisogni effettivi del territorio e senza peraltro adeguati processi di confronto con i Comuni e le imprese del settore. La strada intrapresa dalla Regione procede in senso diametralmente opposto anche a quanto indicato in vari interventi dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nonché delle recenti sentenze di diversi Tar, due delle quali proprio contro la Regione Puglia. Il settore dell’economia circolare necessita, infatti, di un importante cambio di marcia, proprio a partire da una forte spinta verso un sempre maggiore concorrenza. Qui si sceglie, invece, la direzione opposta».
Quali sono i rischi che si corrono?
Riferendosi a delibere adottate da alcune Regioni sull’individuazione degli “impianti minimi” come definiti da Arera, l’Antitrust, nella segnalazione di dicembre scorso inviata a tutte le Regioni, ha ribadito come queste avessero introdotto una forma di “protezionismo locale” non compatibile con la disciplina antitrust e con il principio della concorrenza, “sottraendoli al libero gioco della concorrenza nei mercati del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti”. La restrizione concorrenziale che ne discende finirebbe per ledere non solo i potenziali concorrenti che gestiscono impianti di trattamento dei rifiuti, ma anche l’interesse dei cittadini regionali, che potrebbero pagare prezzi più alti perché non derivanti da procedure di gara e quindi senza potersi avvantaggiare di migliori condizioni economiche e qualitative ottenibili in regime concorrenziale.
È una operazione contro le imprese private?
È un’operazione che va contro le regole di mercato poiché favorisce una tendenza di carattere monopolistico, imbrigliando e soffocando il tessuto delle imprese depositarie di competenze e di un importante gradiente tecnologico che operano in concorrenza tra di loro e quindi a beneficio di tutti. Inoltre, va a detrimento della qualità dei servizi e quindi a danno di utenti e cittadini. La concorrenza ha un valore cruciale nel settore della gestione dei rifiuti poiché contribuisce a rendere più efficiente l’utilizzo di risorse, garantire competitività e il rispetto degli obiettivi fissati dalle direttive europee. Favorire adeguati meccanismi di concorrenza, significa quindi tutelare e far prevalere l’interesse pubblico.
Come si concilia il progetto di Ager e Aqp con le linee guida dell’Antitrust?
Tale scelta da parte della Regione non si concilia affatto con le indicazioni dell’Antitrust. Inoltre, il rispetto del principio della concorrenza è espressamente previsto dal D.lgs 152/2006 ma, visto che tale aspetto a volte viene disatteso, l’Antitrust ha più volte ribadito che la gestione dei rifiuti deve essere affidata e svolta nel rispetto del principio di concorrenza e non deve comportare “improprie monopolizzazioni dei mercati concorrenziali a valle, quali quelli del recupero e smaltimento”. Ha inoltre sottolineato come il ruolo della concorrenza nella promozione di un’economia circolare nel settore dei rifiuti sia determinante, ribadendo come sia necessario assicurare dinamiche competitive e agire quindi sulle criticità connesse alla mancata piena applicazione del principio di concorrenza. Anche rispetto all’eventuale finalità di colmare eventuali gap di trattamento, l’Antitrust ha ribadito l’importanza di un’analisi attenta del fabbisogno territoriale che tenga di diversi fattori come la distanza chilometrica degli impianti, a prescindere dal limite dei confini regionali, e della sostenibilità ambientale del trattamento a cui sono sottoposti i rifiuti. Infine, è opportuno ricordare che tra gli obiettivi del PNRR c’è anche l’introduzione di norme finalizzate a rafforzare l’efficienza e il dinamismo concorrenziale nel settore della gestione dei rifiuti.