I familiari e il fidanzato della ragazza sono stati sottoposti a chemioprofilassi, una misura preventiva per scongiurare il rischio di contagio. Alcun provvedimento, al momento, è stato preso per i compagni di classe della ragazza. Ad ogni modo, questa mattina, sarà presente all’interno delle succursale di Japigia dell’istituto Perotti il dottor Antonio Scalzo del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale.
«Il collega - afferma il direttore del dipartimento - sarà a disposizione di chiunque abbia bisogno di informazioni e spiegherà a docenti, alunni e personale scolastico come comportarsi, cosa fare e, soprattutto, di non temere il rischio di contagio. La situazione non desta alcuna preoccupazione».
L’Istituto Perotti resterà naturalmente aperto alle lezioni: probabilmente, in via precauzionale, sarà attuata la disinfezione della classe frequentata dalla ragazza. Una precauzione inevitabile nonostante gli esperti la ritengano inutile. Il contagio, infatti, avviene per via aerea e con contatti duraturi. La ragazza ammalata di meningite pare avesse contratto una brutta influenza. La meningite sarebbe la conseguenza, parecchio rara, di complicanze sopravvenute alla malattia stagionale.
Il pneumococco - dicono gli esperti - è un «ospite» abituale del nostro organismo. Quando è in corso una infezione, il fisico ne risente e il pneumococco può passare nelle meningi attraverso il naso, superando la parte superiore, l’osso etmoide, la lamina crimosa e quindi giungere nell’encefalo. Questo tipo di meningite, se la diagnosi dovesse essere confermata dalle ulteriori analisi, è delle forme più serie ma anche delle meno contagiose: solitamente - dicono i medici - si tratta di una forma che interessa solo chi la subisce.
Se trascurata, non capita o comunque non diagnosticata in tempo, come pare sia accaduto, può portare a complicanze serie, a volte anche ad esiti fatali. Per fortuna, a sentire quel che dicono i medici del Policlinico, la ragazza inizierebbe a rispondere bene alla terapia medica.
[r. cris.]