TARANTO - «È difficile capire quando fermarsi in una gara di resistenza». È questa una delle frasi-chiave del «film dei film» sulla guerra sottomarina di questi ultimi decenni «Caccia a Ottobre Rosso» (1990, protagonista principale Sean Connery).
E se era costituita dalla Guerra Fredda la «gara» evocata da Bart Mancuso, nel film il comandante del sottomarino statunitense che intercettò il sommergibile nucleare sovietico «disertore», nella nuova corsa al riarmo fra Est e Ovest e delle manovre militari sui due fronti all'ombra della pandemia «made in China» piomba la notizia di un contratto da un miliardo e 350 milioni di euro siglato da Fincantieri e l'«Occar» («Organisation Conjointe de Cooperation en matiere d’Armement», organizzazione congiunta di cooperazione in materia d'armamenti con sede a Bonn, diretta all'ammiraglio in congedo Matteo Bisceglia, originario di Manfredonia, in Capitanata, fino al 18 settembre 2019 al vertice di Navarm, la Direzione degli Armamenti Navali di Roma) per costruire due nuovi sommergibili (più altri due in opzione) U212NFS (U212 Near Future Submarine, sommergibile del «prossimo futuro») destinati alla Marina Militare. I battelli, a propulsione diesel, saranno costruiti nei cantieri di Muggiano (La Spezia).
Il valore complessivo della commessa per i nuovi «killer degli abissi» con capacità «stealth» (minima o nessuna tracciabilità ai sensori deli avversari) è di 2 miliardi e 628 milioni di euro (come è programmato nel Documento programmatico pluriennale 2020-2022 della Difesa) e la prima tranche di 1,35 miliardi riguarda la costruzione dei primi due sommergibili coprodotti da Fincantieri con le industrie tedesche Hdw e Nswe.
«Le prime due unità verranno consegnate nel 2027 e nel 2029 sostituendo altrettanti sottomarini della classe Sauro risalenti alla metà degli anni ’80 e non più adeguati alle future sfide operative» rende noto la Marina Militare che nella stazione navale di Taranto ha il «grosso» delle sue forze subacquee.
Sono qui di stanza infatti due vecchi «Classe Sauro» (il «Primo Longobardo» e il «Gianfranco Gazzana Priaroggia») e tre «classe Todaro» (gli U212-A, sulla base dei quali saranno sviluppati i prossimi U-212NFS; sono il «Salvatore Todaro», lo «Scirè» e il «Pietro Venuti»). Gli altri tre sommergibili risultano di base fra Augusta (due «Classe Todaro» in Sicilia) e La Spezia (il «Romeo Romei» Classe Todaro).
Ma la «lista della spesa» non è finita. Contemporaneamente è stato firmato un altro contratto tra i gruppi industriali Leonardo e Fincantieri, del valore di circa 150 milioni di euro, per la fornitura di equipaggiamenti per i primi due sottomarini U212NFS. Il contratto prevede la progettazione e realizzazione di un «Combat Management System» (sistema di controllo e comando del combattimento) di nuova generazione.
La Leonardo fornirà, inoltre, un laboratorio di simulazione e addestramento che verrà installato presso il Centro addestramento sommergibili della Marina Militare di Taranto, nonché supporto logistico iniziale, incluso l’addestramento del personale e un primo set di pezzi di ricambio.
Questo secondo contratto dovrebbe essere compreso nel più ampio programma «Bcwcs», «finalizzato all'aggiornamento del software del sistema di comando e controllo dei sottomarini U212» si legge sempre nel documento programmatico-finanziario del ministero della Difesa, con la previsione di un fabbisogno complessivo di fondi per due milioni e 530 milioni di euro.
Il «carrello» si completa infine con i primi 36 milioni di euro su 154 milioni e 400mila previsti per riarmare i sommergibili U-212 con l'arma denominata «siluro pesante» «Black Shark Advanced» prodotto dalla società «Wass» del Gruppo Leonardo-Finmeccanica.
«L'accordo per gli U212NFS, di strategica importanza, doterà la Marina militare e la sua componente sommergibili di mezzi altamente tecnologici in grado di eccellere nella dimensione subacquea e di svolgere, nell’attuale scenario geo-politico, un ruolo fondamentale per la salvaguardia degli interessi del Paese» ha commentato il capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone.
«A cosa servono i sottomarini? Non solo difesa. Anche: libertà di navigazione, antipirateria, sicurezza, vie di approvvigionamento energetico, rispetto del Diritto internazionale, lotta al terrorismo, tutela delle infrastrutture marittime, controllo della presenza dei cetacei» ha commentato con una nota Fincantieri.