Sabato 06 Settembre 2025 | 09:14

Li Gotti, l'avvocato che ha denunciato la premier Meloni: «Bisognava dire basta a violenze e torture»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

«Violenze e torture: bisognava dire basta», parla l'avvocato Li Gotti

L’autore dell’esposto è stato sottosegretario nel Governo Prodi II e impegnato in molti processi di mafia: «Sono stato mosso dal dolore per la strage di Cutro»

Giovedì 30 Gennaio 2025, 06:00

09:10

«Non ho mai parlato in vita mia con Romano Prodi, anzi aggiungo che non gli ho mai nemmeno stretto la mano».

L’avvocato penalista Luigi Li Gotti, autore dell’esposto che costa una indagine - nella vicenda di Osama Almasri, catturato su mandato della Corte Penale Internazionale, con l’accusa di tortura, assassinio, violenza sessuale, minaccia, lavori forzati, lesioni in danno di un numero imprecisato di vittime detenute in centri di detenzione libiche - con le ipotesi di reato di favoreggiamento e peculato alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, esclude parlando con la Gazzetta di avere suggeritori, men che meno di matrice politica. Li Gotti è noto tra l'altro per essere stato difensore di diversi pentiti tra i quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo. Nel corso della sua carriera ha seguito numerosi processi di rilievo. Ha rappresentato la parte civile nel procedimento giudiziario per la strage di Piazza Fontana e ha assistito i familiari di due agenti della scorta di Aldo Moro, il maresciallo Oreste Leonardi e l'appuntato Domenico Ricci, uccisi dalle Brigate Rosse nell'attacco di via Fani del 16 marzo 1978. Inoltre, ha difeso la famiglia del commissario Luigi Calabresi in un lungo percorso giudiziario. Il suo impegno si è esteso anche ai procedimenti relativi ai fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova e ai processi sulle stragi di Capaci, via D'Amelio e degli Uffizi. Più di recente, ha fornito assistenza legale ai familiari delle vittime del naufragio di Cutro, in Calabria.

Avvocato, lei ha fatto parte del Governo Prodi II dal 2006 al 2008: possibile non abbia mai parlato col capo del governo del quale ha fatto parte?

«È andata proprio così. Io ero sottosegretario in quota all’Italia dei Valori e passavo le giornate intere al ministero. Poi qualche volta mi capitava di andare in aula a rappresentare il Governo o a sostegno del presidente ma il rapporto tra me e Prodi non è andato mai oltre uno scambio di sguardi. Non ho alcun suggeritore. L'unica persona con cui ho parlato è stata mia moglie che mi ha detto: sei un folle»...

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